La
maternità in età adolescenziale può avere risvolti negativi, per la
madre ma soprattutto per il bambino. La giovane mamma potrebbe non poter
accudire adeguatamente il proprio figlio in quanto impegnata negli
studi, oppure per problemi di tipo economico; ambedue le circostanze
possono interferire negativamente con l’interattività madre – figlio,
così importante soprattutto nei primi mesi di vita.
Lo studio di Firk
C. e coll. ha cercato di approfondire questo tema; gli Autori si sono
proposti di valutare in madri di differente età (< 21 anni e > 25
anni), quanto fattori socioeconomici (per es. l’impegno nello studio o
in attività lavorative) e/o l’interazione affettiva con il proprio
figlio possono generare differenze nello sviluppo psico-cognitivo del
bambino. La coorte di neonati oggetto dello studio è stata seguita nel
tempo; approfondimenti sullo sviluppo sono stata realizzati dopo circa
6, 15 e 21 mesi dalla nascita.
Si è visto che i nati da madri
“adulte” mostravano migliori performance cognitive verso i 21 mesi, ma
non in fasi più precoci della vita (6 e 15 mesi).
Per quanto riguarda
il ruolo di fattori socioeconomici, si è confermato come il loro peso
non sia irrilevante; la precarietà economica agisce negativamente sulla
interrelazione madre bambino, generando un circolo vizioso a tutto
discapito dello sviluppo del nuovo nato. Lo studio dimostra che il
comportamento della madre può predire lo sviluppo cognitivo del bambino e
che tale fattore può essere fortemente influenzato dalla precarietà
economica.
Nell’ottica della salvaguardia dello sviluppo delle future
generazioni, si conferma la necessità di un grande impegno nella
prevenzione di gravidanze in età della vita in cui fisiologicamente ogni
individuo è impegnato nell’acquisizione del proprio personale bagaglio
di conoscenze, sensibilità, affettività, socialità. Nell’evenienza di
gravidanze nel periodo adolescenziale, politiche sociali dovrebbero
prendere in considerazione interventi che già nell’immediato postpartum
aiutino la giovane mamma a ridurre l’ansia correlata ad eventuali
problemi di tipo economico; in tal modo possono essere messe le basi per
una serena interazione con il proprio figlio e può essere ridotto il
non remoto rischio di deficit neuro cognitivi nel breve e lungo termine.
A cura della Dott.ssa Giovanna de Filippi
Riferimenti
Firk C. et al. Cognitive development in children of adolescent mothers: The impact of socioeconomic risk and maternal sensitivity. Infant Behavior and Development 2018, 238–246.
https://doi.org/10.1016/j.infbeh.2018.02.002