Chi muore per COVID-19?


La pandemia da SARS-CoV-2 ha stravolto il mondo. Ogni giorno sono segnalati nuovi casi, numero di decessi e di guariti, ma anche le politiche che ogni Governo mette in atto per sconfiggere il virus. Ogni Paese sembra critico sulle scelte che vengono fatte: restrizioni e raccomandazioni sono all’ordine del giorno.   Koh e coll., in un editoriale che fa riferimento alle morti per COVID-19 negli Stati Uniti, cerca di quantificare il dramma odierno, di puntualizzare quali sono i fattori che condizionano l’esito infausto della malattia e di come politiche differenti in sanità pubblica potrebbero mitigare il disastro di cui siamo testimoni. Dall’analisi dei decessi avvenuti negli stati Uniti, dall’inizio dell’epidemia ad oggi, è arrivato alle seguenti considerazioni.

  1. Quanto pesa COVID-19 sulla mortalità globale? L’infezione da SARS-CoV-2 rappresenta la terza principale causa di morte, dopo malattie cardiovascolari e cancro. Nessuna fascia di età è risparmiata, anche se nei più giovani le principali cause sono altre. Il rapido incremento di morti osservato in autunno ha superato quello di primavera: nel periodo 1 novembre – 8 dicembre 2020 la media settimanale di morti giornaliere per COVID-19 è triplicata, passando da 826 a 2226 morti/die. Il 9 dicembre, i decessi hanno raggiunto il numero record di 3411, più di 2 al minuto, ben superiori alle morti per malattia cardiaca  e cancro che, per decenni,  si sono attestate rispettivamente a 1700 e a 1600/die. Il 14 dicembre il numero cumulativo di decessi ha superato 300.000. La popolazione USA contribuisce per il 4% alla popolazione globale; si posiziona pertanto prima al mondo per le morti legate alla pandemia (19% delle morti totali), con il peggior tasso cumulativo di mortalità rispetto ad altri Paesi. Tali decessi si sono verificati nonostante l’eroico impegno degli operatori front line, la disponibilità di cure ospedaliere di alto livello e di agenti terapeutici di comprovata efficacia (anticorpi monoclonali, remdesivir, desametazone). Inoltre, le statistiche non catturano l’enorme devastazione che circonda la mortalità per COVID-19: salute fisica, ma anche dimensione sociale, emotiva e spirituale.   Rispetto alla primavera, in cui elevati tassi di mortalità erano prevalentemente concentrati a New York e, in parte, in New England, Louisiana e Georgia,  la mortalità osservata in  autunno riflette la  più ampia diffusione del virus nel Paese,  con punti caldi in zone rurali e della costa.  Inoltre, il tasso di decessi tra persone di colore è stato di 1 su 875, e di 1 su 925 tra gli indigeni, circa il doppio di quello osservato tra i bianchi (1 su 1625). Altre persone a rischio sono risultate lavoratori considerati essenziali, carcerati e guardie carcerarie

  2. Fascia di età e rischio di morte per COVID-19.  Il rischio è risultato molto elevato tra gli anziani e basso tra i più giovani: chi ha superato 75 anni ha un rischio 200 volte superiore rispetto alla popolazione di 18-29 anni.  I più vulnerabili sono i residenti di strutture per anziani e relativi operatori: rappresentano solo il 5% della popolazione, ma contano per il 38% delle morti (circa 106.000).  In 14 Stati la metà delle morti si è verificata in strutture per anziani; in 6 Stati la % supera il 60%, e in 3 il 70% e più. In adulti di età inferiore a 35 anni, le morti per overdose, incidenti stradali e suicidi superano le morti per COVID-19.   Nell’infanzia e nei bambini il rischio è basso; inoltre, per quanto i bambini rappresentino un vettore di malattia, si ritiene che in comunità dove è bassa la circolazione del virus, i tassi di trasmissione scolastica non siano così elevati come inizialmente si sarebbe pensato. Per tale motivo, anche i CDC raccomandano che, di questi tempi, le scuole siano le ultime a chiudere e le prime a riaprire.

  3. Aspettativa di vita. COVID-19 inciderà negativamente sull’aspettativa di vita della popolazione americana. Negli anni 70 l’aspettativa è aumentata molto rapidamente, è progredita più lentamente negli anni 80, raggiungendo un picco nel 2014, per poi decrescere nei 3 anni successivi. E’ molto probabile che tale tendenza non si invertirà, in quanto l’eccesso di mortalità dipende anche da patologie (malattie cardiache, malattia di Alzheimer) che potrebbero non essere   identificate o trattate in corso di pandemia.

  4. Prevenzione Negli USA, la maggior parte dei decessi avrebbe potuto essere prevenuta se solo fossero state attuate specifiche strategie sanitarie.   Un Piano nazionale di risposta alla pandemia deve comprendere potenziamento dello screening, associato ad un solido coordinamento, al fine di soddisfare la domanda di test in continua crescita; miglioramento del contact tracing; adeguate forniture di dispositivi di protezione personale e di attrezzature; accresciuta enfasi sul distanziamento sociale e su precauzioni di viaggio in occasione di specifiche ricorrenze (es. le feste natalizie).  Con l’arrivo del vaccino sono state definite priorità per la somministrazione: primi tra tutti gli operatori front line e i residenti in strutture per anziani. In una fase successiva, gli anziani con patologie croniche e i lavoratori considerati di assoluta necessità. Dovrà esserci un maggior impegno per raggiungere la popolazione di colore anche perché, storicamente, presenta tassi di vaccinazione inferiori.

Contenere la pandemia richiede uno sforzo da parte di tutte le Istituzioni; saranno necessarie risorse per incrementare il numero di operatori sanitari e per gli ospedali; per un rinnovato sostegno alla sanità pubblica, per aiuti a scuole e imprese in difficoltà, come anche per chi rischia di rimanere senza casa. 

L’anno 2020 si chiude con la previsione che COVID-19 rimarrà a lungo la principale causa di morte in tutto il mondo. Ogni decesso rappresenta una grave perdita per tante famiglie; metter fine a questa crisi richiede continue ricerche sul trattamento e un impegno senza precedenti su tutti gli aspetti che riguardano prevenzione, immunoprofilassi e sanità pubblica.

Riferimenti

Koh HK et al. Deaths From COVID-19. JAMA, December 17, 2020.  https://jamanetwork.com/journals/jama/fullarticle/2774464

Woolf S et al. COVID-19 as the Leading Cause of Death in the United States. JAMA. December 17, 2020. https://jamanetwork.com/journals/jama/fullarticle/2774465

Trends in number of COVID-19 cases and deaths in the US reported to CDC, by state/territory. Centers for Disease Control and Prevention. Published December 14, 2020. Accessed December 14, 2020. https://covid.cdc.gov/covid-data-tracker/#trends_dailytrendscases