A chi appartiene la salute?


La pandemia COVID-19 ha dimostrato come a livello globale siano le disuguaglianze sociali  a incidere negativamente sulla salute. Già nel 2004 Marmont M.  nel suo libro  The Status Syndrome  aveva  analizzato il legame tra classe sociale, salute e attesa di vita, dimostrando che  lo status  socioeconomico è uno dei più forti predittori di salute e mortalità. Un’aspettativa di vita inferiore è storicamente collegata a condizioni sociali in cui sia il reddito che l’istruzione sono più bassi e la disoccupazione è maggiore. La salute non è nelle mani del singolo individuo: sono l’ambiente e le condizioni in cui le persone vivono e lavorano a modellare i comportamenti sulla salute.

Nel libro Whose health is it, anyway? Davies SC e Pearson – Stuttard J.  ritornano sul tema  delle disuguaglianze, portando un proprio contributo su come favorire la salute di tutti. 

Principali critiche al Sistema Sanitario inglese, ma anche di vari altri Paesi, sono:

  • La salute è stata una risorsa non sfruttata; avrebbe dovuto avere un diverso posizionamento in quanto prospettive di sviluppo economico dipendono dalle condizioni di salute dei cittadini. Le strutture attuali favoriscono invece comportamenti malsani; fattori sociali, commerciali e politici decidono ciò che le persone devono mangiare, bere e come vivere.   
  • Per quanto riguarda l’ambiente, abitare in aree svantaggiate espone gli individui a sostanze tossiche: se le risorse sono insufficienti diventa difficile, per chi in quelle zone vive e lavora, poter fare scelte di vita più sane.
  • I sistemi sanitari avrebbero dovuto essere strutturati diversamente: non solo curare chi è già malato ma, nel contempo, potenziare la prevenzione primaria. Oggi le persone vivono più a lungo, ma con maggiori comorbilità che, inevitabilmente, i Servizi Sanitari sono chiamati a trattare.

Quale dovrebbe essere la proposta di “salute per tutti”?

Gli Autori enfatizzano un approccio totale alla salute comprendente benessere fisico, mentale e sociale, e chiedono siano prima di tutto affrontati quei fattori che possono interferire negativamente su tali aspetti. L’attesa di vita si è allungata, ma la qualità non è migliorata: molti anziani soffrono di patologie che avrebbero potuto essere evitate se si fosse insistito maggiormente sulla prevenzione.

Per arrivare ad una lunga vita in buona salute sarebbero necessari:

  • Valori condivisi tra settore privato, società civile e Sistema Sanitario Nazionale
  • Nuovo Sistema Sanitario che includa monitoraggio e sorveglianza dello stato di salute
  • Assistenza sanitaria comprendente malattia acuta e cronica, insieme ad assistenza sociale

Quali sono le sfide per realizzare tale programma?

Gli Autori fanno riferimento ad alcune evidenze:

  • Un sondaggio del 2018 di British Social Attitudes avvisa che la soddisfazione del pubblico per le cure fornite dal SSN britannico è scesa al 53%; il declino sarebbe correlato a lunghi tempi di attesa, finanziamenti inadeguati, carenze di personale, sprechi di denaro
  • Il Comitato per i Diritti Umani del 2020 (Joint Committee on Human Rights 2020. Report Black People, Racism and Human Rights) segnala che nel Regno Unito oltre il 60% della popolazione nera dichiara di ricevere cure peggiori rispetto alla controparte di razza bianca, e che un sistema più equo deve essere indirizzato a ridurre disuguaglianze, in primis il razzismo strutturale
  • La pandemia ha confermato come l’essere ricco offra un certo livello di protezione, effetto che è invece negato ai meno abbienti. Chi è ricco è maggiormente protetto dalla malattia grazie al lavoro svolto da chi appartiene a classi socioeconomiche inferiori: sia in America che in Inghilterra gli effetti si sono fatti sentire soprattutto tra le comunità di minoranze etniche.

Con tali premesse è evidente che una società può essere protetta solo se governi e responsabili politici hanno lo sguardo rivolto a tutte le persone: purtroppo, ad oggi chi governa si è dimostrato poco incentivato ​​a valorizzare la salute con una visione a 360 gradi. E’ proprio per questi motivi che alla domanda “A chi appartiene la salute?”  la risposta è che la salute appartiene a tutti, individui, comunità e società, e che la pandemia ha reso tale aspetto ancora più evidente.

Riferimenti

Your health is my health: how everyone’s health is interconnected. Whose Health Is It, Anyway? Sally C Davies, Jonathan Pearson-Stuttard.  Oxford University Press, 2020.