Immunogenicità di vaccini mRNA in gravidanza


Che cosa è noto sull’infezione da SARS-CoV-2 in gravidanza e sulla sua prevenzione?

Si è osservato che non raramente nella donna in gravidanza l’infezione da SARS-CoV-2 può avere un’evoluzione grave, tanto da richiedere il ricovero in terapia intensiva o portare all’esito infausto. Per quanto riguarda gli esiti nel bambino, è segnalato incremento di nati pretermine e di natimortalità.

In genere, la trasmissione materno-fetale in utero è rara, e sembra accertato che i nati possano essere protetti dall’infezione grazie all’immunità passiva che nell’infezione naturale avviene con il trasferimento di anticorpi, sia attraverso la placenta che con il latte materno.

Nella fase 3 di sperimentazione dei vaccini, gravide e donne che allattano erano state escluse per ovvii motivi, anche se in donne in età fertile vaccini mRNA avevano evidenziato favorevole profilo di sicurezza, elevata efficacia ed effetti collaterali di scarsa entità. Sulla base di tali risultati, i Centers for Disease Control and Prevention avevano raccomandato che donne in gravidanza o che allattano potessero avere accesso al vaccino; negli USA si è pertanto potuta ottenere l’autorizzazione per l’uso in emergenza, cui è conseguita nel breve termine la vaccinazione di 11087 donne.

Un problema emerso con la campagna vaccinale ha riguardato varianti genetiche derivate dal ceppo iniziale di SARS-CoV-2.  Tra queste, le varianti D614G, B.1.1.7, B.1.351 associate rispettivamente a maggiore patogenicità, trasmissibilità, capacità di eludere l’immunità indotta da precedente infezione e, nello specifico, di sfuggire all’azione di anticorpi neutralizzanti. Tale evento ha indotto i ricercatori a verificare se l’efficacia del vaccino fosse mantenuta anche nei confronti di varianti emergenti.

Che cosa evidenziano gli studi sulla vaccinazione in gravidanza?

Collier AY e coll.  hanno valutato l’immunogenicità degli attuali vaccini mRNA in donne in gravidanza e in allattamento.  Lo studio ha arruolato 131 donne: di queste, 103 sono state vaccinate con vaccino mRNA, mentre 28 presentavano infezione da SARS CoV- 2 (gruppo di controllo). Delle 103 donne vaccinate, 30 erano in gravidanza, 16 in allattamento e 57 né in gravidanza né in allattamento. Delle 28 donne con infezione, 22 erano in gravidanza, mentre 6 non lo erano. 

In tutte le donne (vaccinate e con infezione) si è ricercata la presenza di anticorpi neutralizzanti la proteina spike di SARS-CoV-2 e di anticorpi funzionali non neutralizzanti, oltre che risposte specifiche da parte di linfociti T.  La valutazione della risposta immune, umorale (anticorpi neutralizzanti) e cellulare (linfociti T), è stata testata verso il ceppo originale di SARS- CoV-2 e verso le varianti B.1.1.7 e B.1.351.

Si è evidenziato che dopo vaccinazione in tutte le donne erano presenti risposte anticorpali, neutralizzanti e funzionali non neutralizzanti, e risposte di linfociti T (CD4 e CD8).  Anticorpi neutralizzanti sono stati osservati anche nel sangue del cordone ombelicale e nel latte materno. Per quanto riguarda la risposta nei confronti di varianti, il titolo di anticorpi neutralizzanti risultava ridotto, mentre erano conservate le risposte dei linfociti T.

Lo studio, seppur limitato ad un piccolo campione e pertanto con necessità di conferme su più ampia popolazione, ha fornito risultati molto importanti, vale a dire che vaccini mRNA

  • Nella donna in gravidanza stimolano la risposta anticorpale, e gli anticorpi prodotti sono trasportati al bambino attraverso il cordone ombelicale, ma anche con il latte materno.
  • In tutte le donne (gravide e non) la risposta immune, sia umorale che cellulare, è diretta anche contro le nuove varianti virali.

Riferimenti

Collier AY et al. Immunogenicity of COVID-19 mRNA Vaccines in Pregnant and Lactating Women. JAMA, May 13, 2021 . https://jamanetwork.com/journals/jama/fullarticle/2780202