Cosa si intende con “vaccinazione eterologa”?
Per vaccinazione eterologa si intende uno schema vaccinale che prevede la somministrazione di due vaccini diversi in prima e seconda dose, mentre la prassi consolidata stabilisce la somministrazione di due dosi dello stesso vaccino (vaccinazione omologa).
Il rapido sviluppo di vaccini contro Covid-19 è il più grande successo della scienza nella lotta alla pandemia in corso. Sebbene l’efficacia e la sicurezza di tutti i vaccini approvati sia stata dimostrata in ampie sperimentazioni cliniche, recentemente sono stati lanciati alcuni segnali di allarme, che sottolineano l’importanza della sorveglianza post marketing con studi di popolazione più ampi di quelli sperimentali, e rappresentativi di tutti i gruppi di soggetti che vengono vaccinati nella pratica clinica routinaria. In particolare, preoccupazioni sulla sicurezza del vaccino a vettore virale AstraZeneca (AZ) Vaxevria hanno portato alcuni Paesi europei, come la Danimarca, a minimizzarne l’impiego, mentre altri raccomandano, per coloro che hanno ricevuto una prima dose di AZ, di effettuare il richiamo con un vaccino a mRNA, quale Pfizer (PFZ) Comirnaty o Moderna: quindi in modo diverso da quello utilizzato nella sperimentazione. Questo suggerimento ha destato sorpresa, in quanto una massa di dati ottenuti su più di 9 milioni di soggetti riportano un rischio molto ridotto di eventi trombotici con la seconda dose di vaccino a vettore virale. Diversamente, l’evidenza di efficacia e sicurezza di uno schema eterologo rimane limitata, basata su piccoli studi di fase 2 e studi di coorte con meno di 500 partecipanti.
Ci sono basi sperimentali per la vaccinazione eterologa?
Un recente studio spagnolo pubblicato su Lancet riporta i primi risultati di una sperimentazione cui hanno partecipato cinque ospedali universitari, mirata espressamente a stabilire l’immunogenicità, ossia la capacità di indurre una risposta immunitaria, e gli effetti avversi del vaccino a mRNA PFZ somministrato come richiamo a soggetti vaccinati con AZ in prima dose. Le conclusioni dicono che questo schema vaccinale induce una robusta risposta immunitaria, con scarsi effetti collaterali negativi. Lo studio però non usa come termine di confronto un gruppo di soggetti sottoposti a vaccinazione omologa, bensì soggetti che non avevano ancora avuto la dose di richiamo. Inoltre, il campione non comprendeva né anziani (l’età media era di 44 anni) né persone fragili, cioè le due categorie indicate globalmente come prioritarie nei programmi vaccinali. Tuttavia, dopo 14 giorni dalla seconda dose, il 100% dei soggetti testati mostrava anticorpi neutralizzanti contro il Covid con effetti avversi limitati, e questo è un risultato promettente.
Perché’ è importante l’eventuale utilizzo di uno schema eterologo?
Le vaccinazioni eterologhe sono interessanti per numerose ragioni, sia di tipi logistico che clinico. Esse permetterebbero di mettere in piedi programmi vaccinali più flessibili, in risposta alle fluttuazioni dei rifornimenti, il che è particolarmente importante nei Paesi con scarsa possibilità di accesso ai vaccini o nei quali in momenti diversi possono essere disponibili vaccini diversi. I regimi eterologhi hanno la potenzialità di produrre una risposta più forte, quindi una maggiore efficacia. Infine, è possibile che mescolare i vaccini diventi necessario con l’apparizione di nuove varianti. Al di là dell’efficacia, la sicurezza è sicuramente una motivazione per persone che hanno ricevuto AZ come prima dose, anche se gli effetti avversi gravi elencati dagli enti regolatori nella sorveglianza dei vaccini Covid sono estremamente rari. Che il regime misto sia definitivamente più sicuro potrà essere stabilito negli studi in corso, comprendenti centinaia di migliaia o addirittura milioni di soggetti. Lo studio spagnolo riporta scarsi effetti negativi della vaccinazione eterologa mentre, all’opposto, un altro piccolo studio su un numero molto limitato di soggetti (un centinaio) afferma che la vaccinazione eterologa ha effetti negativi nel breve termine molto più numerosi e più intensi di quelli con vaccinazione omologa. Sui rari effetti gravi a lunga scadenza, nessuno dei due studi può affermare alcunché. Al momento non si può negare che la vaccinazione eterologa, rendendo più flessibile la programmazione e rinforzando la risposta immunitaria, fornirebbe un mezzo per accelerare la vaccinazione in tutto il mondo e massimizzare il suo impatto sul controllo della pandemia.
Il lato negativo…
Il responsabile scientifico WHO Dr. S. Swaminathan, in una dichiarazione online il 12 luglio, ha lanciato un avvertimento contro la mescolanza di vaccini a composizione diversa negli schemi vaccinali, definendolo un trend pericoloso finché non saranno disponibili più dati sull’impatto di questa sulla salute della gente. Egli dichiara che al momento ci troviamo in una “zona data-free” e paventa una situazione caotica nei Paesi dove i cittadini incominciassero a decidere “cosa e quando assumere come seconda o terza o quarta dose”. Il giorno successivo WHO si è affrettata a ricordare che alcuni dati sono già disponibili ed altri sono attesi a breve. Di fatto, in giugno il suo Comitato Strategico di esperti di vaccini aveva dichiarato che il vaccino PFZ poteva essere usato come seconda dose dopo una dose iniziale di AZ, se quest’ultimo non era disponibile.
Uno studio clinico condotto dall’università di Oxford è in corso per studiare il mix AZ e PFZ, come pure Moderna e Novavax (un nuovo vaccino a sub-unità proteica, potenzialmente rivoluzionario). WHO aggiunge che devono essere gli Enti di Controllo Nazionali, e non i cittadini, a prendere le decisioni, basandosi sui dati disponibili.
Riferimenti
Duarte-Salles T.et al. Heterologous vaccine regimens against COVID-19. The Lancet, July 25 2021. https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(21)01442-2/fulltext
Reuters Health Information, News, 15 Luglio 2021. WHO Warns Against People Mixing and Matching COVID Vaccines. https://www.reuters.com/business/healthcare-pharmaceuticals/who-warns-against-mixing-matching-covid-vaccines-2021-07-12/