La guerra e la salute
Non c’è salute dove c’è guerra. Nonostante gli sforzi internazionali che invocano un cessate-il- fuoco immediato, i bombardamenti russi continuano a colpire indiscriminatamente ospedali e centri sanitari in Ucraina: sebbene le associazioni umanitarie di molti paesi continuino a inviare medicine essenziali e dispositivi medici di emergenza, tentando di fornire cure ai pazienti traumatizzati, l’assistenza regolare di base è completamente sconvolta.
L’unica reale soluzione a questa situazione è la pace.
I vari aspetti della crisi sanitaria
Il sistema sanitario è sotto attacco: sono stati bombardati ospedali (tra cui un ospedale materno-infantile a Mariupol), cliniche e ambulanze, e circa 1000 presidi sanitari di varie dimensioni si trovano sulle linee del fronte o entro 10 km da queste. Le strutture hanno bisogno di acqua pulita, energia elettrica, e carburante per il riscaldamento e i macchinari. È praticamente impossibile in guerra mantenere le infrastrutture e il supporto tecnico necessari al funzionamento di un ospedale. Alcuni ospedali sono stati abbandonati perché semplicemente non erano più in grado di funzionare, e medici, infermieri e attrezzature sono state spostati altrove. Ovviamente, non solo le infrastrutture sono in crisi: gli operatori sanitari sono esausti per il lavoro estenuante 7 giorni su sette, e non potranno sopportare a lungo il sovraccarico.
Le patologie più importanti, in questo momento, sono: ferite e traumi causati dal conflitto, ipotermia, congelamenti, malattie respiratorie, disturbi mentali, discontinuità di trattamenti per le malattie croniche del sistema cardio-vascolare, del diabete e del cancro, malattie infettive trasmissibili tra la gente ammassata in cantine, stazioni della metropolitana e altri rifugi improvvisati. Ci si aspetta sicuramente un aumento dei casi di COVID-19 in una popolazione vaccinata solo al 35%, che si trova nella difficoltà di eseguire test diagnostici e vaccinazioni, e di accedere ai trattamenti. Ma non ci si limita a COVID-19: WHO pone attenzione anche all’aumento del morbillo, alla comparsa della poliomielite e del colera.
L’assistenza pediatrica è profondamente compromessa.
I rifugiati
Nei Paesi confinanti con l’Ucraina, come sempre in questi casi, c’è il timore che i rifugiati in fuga dall’orrore portino con sé, oltre alle loro poche cose, anche malattie infettive. Per esempio, si teme un aumento dei casi di COVID-19 in Europa. Secondo WHO, l’arrivo dei rifugiati ucraini non farà la differenza in questo senso, in un’Europa che vede già un diffuso aumento di casi per conto suo. I Paesi confinanti comunque mettono a disposizione, a punti di passaggio del confine, test di screening, vaccinazioni, supporto psicologico. Si è particolarmente focalizzati sulle necessità di donne e bambini, che rappresentano la maggioranza dei profughi. Ancora più vulnerabili dei rifugiati possono essere coloro che rimangono indietro, impossibilitati a fuggire per le condizioni stesse di guerra, compresi i vecchi e i malati cronici che non ricevono più regolarmente i loro trattamenti.
I timori per una possibile esposizione nucleare
La minaccia di una possibile esposizione nucleare deriva dalla precarietà in cui si trovano i reattori nucleari. Un esponente della WHO ha dichiarato che l’Istituzione è attentamente impegnata nel monitoraggio di qualunque attacco o danneggiamento a installazioni chimiche e nucleari, e che tutti i Paesi hanno messo a punto dei piani di emergenza dopo l’incidente di Chernobyl del 1986. Sebbene WHO non ritenga che sia tempo di stoccare iodio per la protezione da danni da radiazione alla tiroide, raccomanda tuttavia che i piani di emergenza e le catene di rifornimento e stoccaggio di iodio siano pronti “nel caso che tale orribile evento alla fine si verifichi”
La paura del futuro
La priorità assoluta è porre fine al conflitto. I contatti diplomatici tra i due contendenti non hanno finora avuto alcun esito in tal senso. Le speranze di Putin per una vittoria rapida sembrano sempre più improbabili. Se Kiev ed altre importanti città cadessero, il risultato potrebbe essere una insurrezione protratta contro una forza di occupazione, con una sanguinosa guerriglia urbana casa per casa. C’è uno storico precedente di questa situazione: la conquista di Grozny nel 1994, iniziata a dicembre e durata tre mesi, non conclusa fino a che decine di migliaia di cittadini non hanno trovato la morte e la capitale cecena è stata rasa al suolo.
Riferimenti
McNamara D. New Health Crises Emerge in Ukraine as Fighting Continues. March 12, 2022. https://www.webmd.com/a-to-z-guides/news/20220310/new-health-crises-emerge-ukraine
McNamara D. Ukraine’s humanitarian disaster: priorities for health. The Lancet, March 12, 2022. DOI: https://doi.org/10.1016/S0140-6736(22)00472-X https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(22)00472-X/fulltext