L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), attraverso la Commissione del 2008 sui Determinanti Sociali della Salute, ha riconosciuto l’importanza di affrontare le cause sociali che influenzano negativamente la salute e la mortalità. In questo contesto, l’istruzione è stata identificata come potente strumento per ridurre la disparità tra i diversi gruppi socioeconomici. I benefici di un’istruzione migliore includono vantaggi economici, cognitivi e psicosociali, che contribuiscono al miglioramento del benessere generale.
Questa connessione tra istruzione e salute si riflette anche negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, in particolare negli obiettivi 4.1 e 4.3, che mirano a garantire un’istruzione primaria e secondaria universale e un accesso equo all’istruzione terziaria per tutti gli adulti. In sostanza, l’istruzione non solo deve essere considerata una via per l’emancipazione sociale e la mobilità economica, ma rappresenta uno dei fattori più efficaci per migliorare la salute e l’aspettativa di vita a livello globale.
Un’analisi globale svela il legame tra scuola e longevità
La relazione tra aumento della scolarizzazione e miglioramento della salute è nota. Tuttavia, fino ad ora non era stata quantificata l’entità di questa associazione a livello globale. Per colmare questa lacuna, è stato condotto uno studio approfondito che ha esaminato pubblicazioni scientifiche dal 1° gennaio 1980 al 31 maggio 2023, utilizzando database come PubMed, Web of Science, Scopus, EMBASE, Global Health (CAB), EconLit. L’obiettivo era identificare ricerche che considerassero gli anni di scolarizzazione come variabile indipendente, e la mortalità per tutte le cause come esito.
Rispetto a precedenti meta-analisi, che si concentravano principalmente su dati provenienti da Paesi ad alto reddito o limitati a specifiche regioni, questo studio ha cercato di includere un numero maggiore di Nazioni, periodi storici e dati a livello individuale per fornire una visione più completa dell’impatto globale dell’istruzione sulla mortalità.
Istruzione e salute: ogni anno di scuola conta
Lo studio ha confermato che il basso livello di istruzione rappresenta un fattore di rischio significativo per la mortalità degli adulti. Dopo aver controllato variabili come età, sesso e stato civile, si è scoperto che, in media, un adulto con 12 anni di scolarizzazione ha rischio di mortalità inferiore del 24,5% rispetto a un adulto senza istruzione. Inoltre, ogni anno di istruzione aggiuntiva riduce il rischio di mortalità dell’1,9%.
L’effetto protettivo dell’istruzione è emerso in modo coerente per tutte le fasce d’età, sia per uomini che per donne, a prescindere dal periodo storico, dalla coorte di nascita e dall’indice sociodemografico. Anche a livelli di istruzione molto alti, l’effetto non si attenua. Questo suggerisce che un maggior grado di istruzione può avere impatto positivo sulla salute, paragonabile a fattori comportamentali chiave come la nutrizione o l’esercizio fisico. Ad esempio, la riduzione del 34,3% del rischio di mortalità associata a 18 anni di istruzione è simile alla riduzione del rischio di cardiopatia ischemica dovuta al consumo ottimale di verdure, o alla riduzione della mortalità per chi segue le linee-guida sull’attività fisica rispetto a chi non le rispetta.
Un livello di istruzione inferiore è strettamente legato a tassi più elevati di malattie cardiovascolari e mortalità per cancro. Un’istruzione superiore consente migliori opportunità lavorative, maggiori redditi, accesso a cure di qualità e conoscenza più approfondita delle pratiche sanitarie. Gli individui più istruiti tendono anche a sviluppare reti sociali e risorse psicologiche più ampie, che influenzano positivamente la loro salute e la loro longevità.
L’analisi per età ha mostrato che l’effetto protettivo dell’istruzione è più marcato durante la giovinezza e la mezza età, anche se rimane significativo lungo l’intero arco della vita. Tuttavia, in età avanzata fattori come la predisposizione genetica, le abitudini quotidiane e la dieta sembrano avere un peso maggiore sul rischio di mortalità rispetto al livello di istruzione raggiunto.
Lo studio ha anche esaminato se esista un’associazione tra mortalità e livelli dell’indice sociodemografico e di disuguaglianze educative: si è evidenziato che l’aumento dell’indice sociodemografico si accompagna a miglioramenti nella salute, soprattutto nei Paesi a basso reddito. Tuttavia, l’istruzione ha mostrato di avere un effetto protettivo sulla mortalità a tutti i livelli di sviluppo economico, a conferma dell’importanza della scolarizzazione in tutte le regioni del mondo.
Limite significativo dello studio è che la maggior parte dei dati proviene da contesti ad alto reddito. Ciò sottolinea la necessità di ulteriori ricerche di alta qualità per comprendere meglio l’effetto dell’istruzione sulla mortalità nei Paesi a basso e medio reddito, in particolare nell’Africa subsahariana e settentrionale, dove le informazioni sono ancora scarse.
Istruzione e salute globale: una sfida prioritaria
Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG), adottati nel 2015 dalle Nazioni Unite nell’ambito dell’Agenda 2030, riconoscono il ruolo cruciale dell’istruzione nel ridurre le disuguaglianze sociali e sanitarie a livello globale. I risultati di questo studio supportano chiaramente l’importanza universale dell’istruzione per migliorare i risultati sanitari. Investire nella riduzione delle disparità educative può essere un potente strumento per ridurre le disuguaglianze di salute a livello globale.
Per raggiungere tale risultato sarà necessario un impegno internazionale al fine di garantire investimenti continui in infrastrutture educative. L’istruzione deve essere considerata un importante determinante sociale della salute. Vedere gli investimenti nell’istruzione come investimenti diretti in salute pubblica può aiutare a colmare tale lacuna e contribuire a costruire una società più equa e in salute.
Riferimenti
The Lancet Public Health. Vol 9 March 2024. Effects of education on adult mortality: a global systematic review and meta-analysis. IHME-CHAIN Collaborators. https://www.thelancet.com/journals/lanpub/article/PIIS2468-2667(23)00306-7/fulltext