Quali altri vaccini per la stagione invernale 2024-2025?


Attualmente, si è stabilita una situazione di convivenza con il COVID, che molti considerano alla stregua di un semplice raffreddore: un tampone positivo può far cambiare i programmi dell’immediato futuro a molte persone. A settembre 2024 si continua a registrare casi di positività, con andamento ondulante di aumenti e diminuzioni, e casi di decesso. Sebbene la situazione sia sotto controllo, l’esperienza suggerisce di non abbassare la guardia e di seguire attentamente l’andamento, specialmente con l’approssimarsi della stagione fredda.

Gli esperti del CDC americano prevedono al momento una stagione simile a quella dell’anno scorso, con un picco analogo o minore. Però, per questa malattia vale il discorso dell’influenza: si tratta di un virus altamente mutageno, per cui occorre preparare vaccini adattati di volta in volta alle varianti che circolano, secondo i dati di sorveglianza, nel momento considerato. Abbiamo a disposizione due vaccini approvati, uno sviluppato da Pfizer e uno da Moderna, basati sulla tecnica del mRNA. Entrambi sono diretti contro il ceppo KP.2 della variante Omicron, che ha cominciato a diffondersi largamente la scorsa primavera. Un terzo vaccino della compagnia Novavax, basato su una tecnica più tradizionale che usa frammenti della proteina spike del virus, è diretto invece contro il ceppo JN.1 della stessa variante.

Le varianti attualmente in circolazione sono molto simili ai bersagli di detti vaccini, per cui questi dovrebbero garantire una protezione sufficiente. Intanto, gli organi di sorveglianza segnalano che sta emergendo in vari Paesi una nuova variante, denominata XEC, che tuttavia non ha dimostrato per ora lo slancio sufficiente in Europa e USA per entrare nella lista ufficiale di CDC, EU e WHO delle varianti indipendenti.

Tutti possono ricevere i vaccini aggiornati a partire dai 6 mesi di età. Come sempre, i soggetti anziani o fragili e i loro contatti stretti sono quelli più a rischio. La scelta di vaccinarsi deve anche tenere conto del tempo trascorso tra l’ultima dose anti-COVID (almeno 2 mesi) e/o l’ultima infezione COVID (almeno 3 mesi). Si pensa che la maggior parte della popolazione (>95%), almeno nei Paesi occidentali, abbia una qualche sorta di protezione nei confronti del Covid, da precedenti infezioni, vaccinazioni o entrambe. Ma coloro che non hanno mai avuto l’infezione e non sono stati sottoposti ad immunizzazione con vaccini dello scorso anno, saranno facile preda del virus. La decisione è una scelta da maturare caso per caso, tramite discussione col medico curante.

RSV è un virus respiratorio comune, che può causare una grave malattia respiratoria nei bambini più piccoli (bronchiolite) e negli adulti più anziani, con frequente necessità di ricovero in ospedale, eventuale passaggio nelle unità di terapia intensiva, anche fino alla morte.

Nei bambini più grandi e negli adulti, la malattia è solitamente lieve e si risolve senza bisogno di trattamenti specifici. Il rischio di malattia grave aumenta con l’età e con certe condizioni patologiche di fragilità.

Le infezioni da RSV possono essere contratte tutto l’anno, con un picco nella stagione invernale. Il vaccino è consigliato a tutti, a partire dei 75 anni d’età. Una singola dose è sufficiente per una buona protezione di almeno 2 anni, ma probabilmente di più; a differenza del vaccino influenzale, non è necessario vaccinarsi ogni anno.

In Italia è disponibile un vaccino anti-RSV ricombinante, adiuvato, autorizzato dall’AIFA nell’ottobre 2023 per adulti over 60. Un altro vaccino bivalente non adiuvato è stato approvato per le donne in gravidanza tra la 24° e 36° settimana: garantisce una protezione efficace dei neonati fino ai sei mesi di età. È inoltre disponibile, almeno in alcune regioni, un farmaco (non un vaccino) per la profilassi contro RSV : l’anticorpo monoclonale nirsevimab, (BEYFORTUS) efficace nei neonati e nei bambini nella prima infanzia durante la loro prima stagione vaccinale.

L’H5N1 è uno tra diversi virus influenzali a causare una malattia respiratoria altamente contagiosa negli uccelli, chiamata Influenza Aviaria. Casi di tale influenza sono stati documentati anche in mammiferi, uomo compreso. La preoccupazione per una possibile pandemia di influenza aviaria incombe da quando il virus H5N1 ha cominciato a diffondersi rapidamente tra specie e continenti. L’influenza aviaria di norma contagia esclusivamente gli uccelli. Il primo caso di infezione umana è stato identificato nel 1997 a Hong Kong. Il virus, responsabile di una epidemia altamente patogena nei polli (mortalità prossima al 100%), infettò 18 persone e causò 6 morti. Si pensa che l’eliminazione immediata di circa 1,5 milioni di polli a Hong Kong abbia evitato una più vasta epidemia negli uomini.

A partire dal 2020, una variante del virus ha portato a un numero mai visto di morti negli uccelli selvatici e nei polli in molti Paesi del mondo, dapprima in Africa, Asia ed Europa; nel 2021 il virus si è diffuso all’America del nord, e nel 2022 all’America centrale e del Sud. Tra il 2021 e il 2022, l’Europa e il Nord America hanno visto l’epidemia peggiore e più estesa dell’influenza aviaria, con una insolita persistenza negli uccelli selvatici.

Nel 2024, in molti stati USA focolai della malattia stanno colpendo sempre di più non solo pollame e uccelli selvatici, ma anche bovini, mammiferi sia acquatici che terrestri: compreso l’uomo, in un numero ancora limitato di casi, in soggetti che vivono a contatto con animali. Sebbene la malattia umana finora sia lieve, occorre ricordare quei virus H5N1 precedenti che si sono dimostrati altamente mortali. Per ora, i casi nell’uomo sono legati per lo più a contatti stretti con uccelli ed altri animali infetti, e ad ambienti contaminati. Non sembra che il virus si trasmetta facilmente da persona a persona, in quanto non sono state riportate tali situazioni.

Studi del 2024 suggeriscono tuttavia che il virus possa aver acquisito un’aumentata capacità di legame con i recettori delle vie respiratorie dei mammiferi. Inoltre, i virus influenzali sono molto instabili. La co-circolazione di virus animali altamente patogeni con virus umani potrebbe creare opportunità per diversi virus specie-specifici di scambiare il materiale genetico, dando origine a nuovi virus mutati capaci di trasmettersi all’uomo e contro i quali gli uomini hanno poche, se non nessuna, difesa immunitaria. La larga diffusione di H5N1 tra animali che vivono in prossimità dell’uomo (negli USA sono stati trovati in notevoli quantità nel latte vaccino e nelle acque reflue di parecchie città), nonostante gli sforzi di contenimento, aumenta il rischio di commistione tra virus umani e virus animali e di opportunità di contagio della specie umana, tale da minacciare una pandemia.

Due vaccini pre-pandemici sono a disposizione dei governi per lo stoccaggio in caso di allarme: il primo (Celidemic), in due dosi da somministrare a distanza di tre settimane, è indicato per gli adulti e i bambini con più di sei mesi, e può essere usato in caso di focolai di influenza che hanno origine dagli animali e nei casi in cui le autorità sanitarie temano una imminente pandemia. Il secondo vaccino (Incellipan), ha un’autorizzazione “condizionata”, in quanto è utilizzabile solo nel caso che le autorità sanitarie abbiano dichiarato lo stato di pandemia. Entrambi i vaccini (preparati da un antigene di superficie del virus inattivato, in colture cellulari) hanno ottenuto parere positivo dall’EMA e sono in attesa di approvazione definitiva da parte della Commissione Europea.

Riferimenti

Samantha Anderer, FDA Approves Updated COVID-19 Vaccines. Jama, September 20,2024. doi:10.1001/jama.2024.19127. https://jamanetwork.com/journals/jama/fullarticle/2824080

Carolyn Crist, For Which Adults Are RSV Vaccination Programs Cost-Effective? September 13, 2024. https://www.medscape.com/viewarticle/which-adults-are-rsv-vaccination-programs-cost-effective-2024a1000gn8?form=fpf

Jesse L. Goodman et al. H5 Influenza Vaccines—Moving Forward Against Pandemic Threats. September 4, 2024. https://jamanetwork.com/journals/jama/article-abstract/2823004

Immagine da: https://www.freepik.com