Nel gennaio 2025, la US Preventive Services Task Force (USPSTF) ha aggiornato le raccomandazioni riguardanti lo screening per l’osteoporosi, mirato ad identificare persone a rischio di frattura. L’osteoporosi è una condizione caratterizzata da bassa densità minerale dell’osso: tale condizione ne aumenta la fragilità e il rischio frattura, specie in età avanzata.
In sintesi, le raccomandazioni della USPSTF
- Donne di 65 anni o più dovrebbero sottoporsi a screening per l’osteoporosi, utilizzando la densitometria ossea (DEXA) centrale dell’anca e della colonna lombare.
- Donne in postmenopausa sotto i 65 anni: lo screening è raccomandato se presente aumentato rischio di fratture osteoporotiche. Il rischio è determinato attraverso strumenti di valutazione clinica che considerano vari fattori, tra cui storia familiare, precedenti fratture, indice di massa corporea, uso di tabacco e consumo di alcol.
- Uomini. Attualmente le prove sono insufficienti per valutare il bilancio tra benefici e rischi dello screening. Pertanto, la decisione di procedere dovrebbe essere presa dal medico attraverso una discussione con il paziente, basata su approfondimento di fattori di rischio e preferenze personali.
Cosa c’è d’altro?
In contemporanea alla pubblicazione delle raccomandazioni USPSTF, l’editoriale della dottoressa Ott ha puntualizzato come siano necessari ulteriori approfondimenti per favorire un più mirato utilizzo dello screening, cui potrebbe conseguire anche un miglior uso della terapia preventiva. Nello specifico, i temi da approfondire dovrebbero comprendere:
Differenze razziali ed etniche Le attuali raccomandazioni si basano principalmente su dati raccolti da popolazioni non rappresentative di tutte le etnie, il che potrebbe limitare l’efficacia dello screening in diversi gruppi. Ad esempio, gli studi hanno evidenziato che le donne di origine africana presentano una densità minerale ossea più elevata e una minore incidenza di osteoporosi rispetto alle donne caucasiche, anche considerando fattori come età, peso, altezza, apporto di calcio e attività fisica. Queste differenze possono essere attribuite a variabili genetiche, ambientali e socioeconomiche. È fondamentale che il medico riconosca queste differenze, per sviluppare strategie di prevenzione e trattamento dell’osteoporosi che siano culturalmente sensibili e adattate a specifiche esigenze di diverse popolazioni.
Effetti benefici dell’uso prolungato di estrogeni. Questi ormoni sono fondamentali per la salute delle ossa, poiché ne regolano il metabolismo e contribuiscono al mantenimento della densità minerale. Durante la menopausa, la drastica riduzione dei livelli di estrogeni provoca uno squilibrio nel processo di rimodellamento osseo, favorendo il riassorbimento rispetto alla formazione di nuovo tessuto osseo. Tale squilibrio porta a una progressiva perdita di massa ossea, aumentando il rischio di sviluppare osteoporosi e, di conseguenza, di sviluppare fratture, soprattutto a carico di vertebre, femore e polsi. Per contrastare gli effetti negativi della carenza di estrogeni sulla salute ossea, è fondamentale adottare misure preventive e terapeutiche. Tra queste, la Terapia Ormonale Sostitutiva (TOS) mira a reintegrare gli estrogeni mancanti, contribuendo a rallentare la perdita di massa ossea e a ridurre il rischio di fratture. La TOS, tuttavia, non è priva di rischi: il suo impiego dovrebbe essere valutato attentamente da parte del medico, previa analisi di potenziali benefici oltre che di possibili effetti collaterali. In effetti, l’inizio della Terapia Ormonale Sostitutiva prima dei 60 anni, o entro 10 anni dall’inizio della menopausa, è associato a un profilo di rischio-beneficio più favorevole. Questo periodo è spesso definito come “finestra di opportunità”: in questa fase, i benefici della terapia, come la riduzione dei sintomi vasomotori, la prevenzione dell’osteoporosi e il miglioramento della qualità di vita, tendono a superare i potenziali rischi.
Al contrario, l’inizio della TOS in donne oltre i 60 anni, o dopo più di 10 anni dall’inizio della menopausa, può essere associato a un aumento dei rischi metabolici e cardiovascolari. Studi indicano che l’avvio tardivo potrebbe incrementare il rischio di eventi avversi, come trombosi venosa profonda, ictus e malattie cardiovascolari. Pertanto, per massimizzare i benefici e minimizzare i rischi, è consigliabile considerare l’inizio della TOS durante la “finestra di opportunità”, ovvero prima dei 60 anni o entro 10 anni dall’inizio della menopausa, valutando attentamente le condizioni individuali di ogni donna.
Utilità d’impiego di indicatori di turnover osseo. I marcatori biochimici del turnover osseo riflettono il dinamico processo di rimodellamento dell’osso, comprendente sia la formazione che il riassorbimento. Questi marcatori possono essere misurati nel sangue o nelle urine, e forniscono informazioni preziose sul metabolismo osseo, utili nella diagnosi e nel monitoraggio di condizioni come l’osteoporosi.
Esistono marcatori di formazione ossea e di riassorbimento osseo: l’utilizzo clinico è variegato e, per quanto non sufficiente per la diagnosi di Osteoporosi, possono essere impiegati per:
- Valutazione del rischio di frattura. Livelli elevati di alcuni marcatori sono stati associati a un aumento del rischio di frattura, indipendentemente dalla densità minerale ossea (BMD).
- Monitoraggio della terapia. I marcatori possono aiutare a valutare l’efficacia dei trattamenti per l’osteoporosi, mostrando variazioni significative in tempi più brevi rispetto alla densitometria ossea. Ad esempio, i marcatori di riassorbimento possono evidenziare cambiamenti già dopo 1-3 mesi dall’inizio della terapia, mentre quelli di formazione dopo 6-9 mesi.
L’interpretazione dei livelli di tali marcatori deve tenere conto di variabili biologiche come l’età, il sesso, lo stato menopausale e altre condizioni cliniche. È pertanto essenziale contestualizzare i risultati all’interno del quadro clinico del paziente.
… quali le sfide future?
Le recenti raccomandazioni della U.S. Preventive Services Task Force (USPSTF) sottolineano l’importanza dello screening per l’osteoporosi nelle donne a partire dai 65 anni, e nelle donne in postmenopausa con fattori di rischio aumentati. Tuttavia, riconoscono anche la necessità di ulteriori ricerche per comprendere meglio le differenze razziali ed etniche nel rischio di osteoporosi e per valutare benefici e rischi dell’uso prolungato di estrogeni nella prevenzione delle fratture. Un approccio personalizzato e culturalmente sensibile è essenziale per migliorare la prevenzione e il trattamento dell’osteoporosi in diverse popolazioni.
Inoltre, l’integrazione dei marcatori biochimici del turnover osseo nella pratica clinica potrebbe offrire un ulteriore strumento per valutazione e monitoraggio dell’osteoporosi. Questi marcatori, che riflettono i processi di formazione e riassorbimento osseo, possono aiutare a identificare individui con elevato tasso di rimodellamento osseo, fornendo informazioni aggiuntive rispetto alla densitometria ossea tradizionale. L’uso combinato di screening densitometrico e valutazione dei marcatori biochimici potrebbe quindi migliorare l’accuratezza diagnostica e l’efficacia degli interventi terapeutici, contribuendo a una gestione più efficace dell’osteoporosi.
NOTE
Strumenti di valutazione clinica per identificare il rischio di Osteoporosi
FRAX (Fracture Risk Assessment Tool): stima il rischio di frattura a 10 anni, sulla base di vari fattori di rischio clinici e sulla densità minerale ossea. https://www.fraxplus.org/calculation-tool/
SCORE (Simple Calculated Osteoporosis Risk Estimation): questionario che valuta il rischio di Osteoporosi in base a fattori come età, peso, storia familiare, uso di estrogeni. https://www.mdcalc.com/calc/3910/duke-activity-status-index-dasi
OST (Osteoporosis Self-assessment Tool): calcolo basato su età e peso per stimare il rischio di Osteoporosi. https://www.mdcalc.com/calc/10543/osteoporosis-self-assessment-tool-ost
Riferimenti
Final Recommendation Statement. Osteoporosis to Prevent Fractures: Screening. January 14, 2025. https://www.uspreventiveservicestaskforce.org/uspstf/recommendation/osteoporosis-screening
Editorial . Susan Marie Ott. Research That Could Broaden the Scope of Bone Density Screening JAMA Netw Open, January 14, 2025. doi:10.1001/jamanetworkopen.2024.60746. https://jamanetwork.com/journals/jamanetworkopen/fullarticle/2829192
Caroline Williams et al. Biochemical Markers of Osteoporosis. November 26, 2024. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK559306/
Osteoporosi. Screening per la prevenzione di fratture. https://www.aspicodv.com/schede/osteoporosi-screening-per-la-prevenzione-di-fratture/
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