2025/03/24 Fluoro: sotto esame un alleato per la salute dentale


Il fluoro è da tempo riconosciuto come elemento fondamentale nella prevenzione della carie dentale. Questo minerale, presente in natura nell’ acqua, nel suolo e in alcuni alimenti, ha la capacità di rafforzare lo smalto dei denti, rendendoli più resistenti all’attacco dei batteri che causano la carie. Proprio per questi benefici, diverse organizzazioni sanitarie hanno emanato linee guida sull’uso del fluoro, specialmente nei bambini.

L’U.S. Preventive Services Task Force (USPSTF), un’organizzazione indipendente di esperti in prevenzione e medicina basata sull’evidenza, ha formulato specifiche raccomandazioni per l’uso del fluoro nei bambini sotto i 5 anni:

  • Supplementazione orale: per i bambini a partire dai 6 mesi di età, la USPSTF raccomanda ai medici di prescrivere integratori di fluoro nei casi in cui l’acqua potabile sia carente di questo minerale (meno di 0,6 parti per milione). Questa misura mira a garantire una protezione adeguata contro la carie in assenza di una fluorurazione naturale o artificiale dell’acqua.
  • Applicazione topica: oltre alla supplementazione orale, la USPSTF suggerisce l’applicazione di vernice al fluoro sui denti primari (i cosiddetti “denti da latte”) non appena questi emergono. Questa pratica, da effettuarsi durante le visite pediatriche, ha lo scopo di fornire una protezione aggiuntiva contro la carie, sfruttando l’effetto locale del fluoro sullo smalto dentale. ​

Il fluoro è stato oggetto di studi che suggeriscono una possibile associazione tra esposizione eccessiva e riduzione del quoziente intellettivo (QI) nei bambini. Sebbene il meccanismo preciso attraverso il quale il fluoro potrebbe influenzare lo sviluppo cognitivo non sia ancora completamente chiarito, diverse ipotesi sono state avanzate:​

  1. Stress ossidativo: Un’eccessiva esposizione al fluoro può causare uno squilibrio tra produzione di specie reattive dell’ossigeno (ROS) e capacità antiossidante dell’organismo, portando a danni ossidativi nelle cellule nervose. Tale stress potrebbe compromettere le funzioni neuronali e contribuire a deficit cognitivi. ​
  2. Alterazioni strutturali delle cellule nervose: Studi su modelli animali hanno evidenziato che alti livelli di fluoro possono provocare cambiamenti nella morfologia e nell’ultrastruttura delle cellule nervose cerebrali. Tali alterazioni potrebbero interferire con la comunicazione sinaptica e altre funzioni neuronali essenziali per lo sviluppo cognitivo. ​
  3. Interferenza con il metabolismo energetico cerebrale: Il fluoro potrebbe influenzare negativamente il metabolismo energetico del cervello, compromettendo la funzione mitocondriale e riducendo la disponibilità di energia necessaria per processi cognitivi complessi.​

È importante sottolineare che, nonostante queste ipotesi, le evidenze attuali non sono sufficienti per stabilire una relazione causale diretta tra esposizione al fluoro e riduzione del QI nei bambini. Un’importante revisione sistematica e meta-analisi pubblicata su JAMA Pediatrics ha analizzato le caratteristiche di tale associazione. La ricerca ha incluso 74 studi epidemiologici condotti in diversi Paesi, tra cui Cina, India, Iran, Messico e Canada. Questi studi hanno valutato l’esposizione al fluoro attraverso diverse modalità, come la concentrazione nell’acqua potabile, i livelli urinari e la diagnosi di fluorosi dentale (una condizione causata da un’eccessiva assunzione di fluoro, che provoca alterazioni dello smalto dentale).​

Dall’analisi è emerso che in 64 dei 74 studi esaminati esisteva una relazione inversa tra esposizione al fluoro e punteggi del QI nei bambini: all’aumentare dell’esposizione al fluoro, i punteggi del QI tendevano a diminuire. In particolare:​

  • Esposizione individuale: nei 13 studi che hanno valutato l’esposizione al fluoro a livello individuale, principalmente attraverso la misurazione dei livelli urinari, è stata osservata una riduzione media di 1,6 punti del QI per ogni incremento di 1 mg/L di fluoro nelle urine.​
  • Esposizione ambientale: nei 61 studi che hanno misurato l’esposizione al fluoro a livello ambientale, come la concentrazione nell’acqua potabile, è stata rilevata una tendenza simile: livelli più elevati di fluoro erano associati a punteggi di QI più bassi.​

L’associazione era particolarmente evidente in aree con concentrazioni di fluoro superiori a 1,5 mg/L: livelli non comuni in Italia, dove l’acqua potabile non è fluorurata sistematicamente. Tuttavia, alcune acque minerali possono contenere quantità variabili di fluoro, indicate in etichetta.​

Gli autori dello studio sono cauti nel trarre conclusioni definitive, ma sottolineano che la possibile neurotossicità del fluoro in età precoce è un tema che merita attenzione. La questione, infatti, è quella di bilanciare i benefici documentati del fluoro nella prevenzione della carie con il potenziale rischio, ancora da confermare pienamente, che possa influenzare lo sviluppo cerebrale se assunto in eccesso.

È importante sottolineare che:

  • Il fluoro non è “tossico” di per sé, ma può diventare un rischio solo a dosi elevate, o in situazioni di esposizione cronica e non controllata.
  • Nelle quantità consigliate per la prevenzione orale, il fluoro è generalmente sicuro ed efficace.

Tuttavia, i bambini molto piccoli (sotto i 6 anni), soprattutto se ingeriscono il dentifricio o bevono acqua ricca di fluoro, sono più vulnerabili a un accumulo eccessivo

In attesa di ulteriori ricerche che confermino o smentiscano questi risultati, i genitori possono adottare alcune precauzioni per garantire un uso sicuro del fluoro nei propri figli:

  • Uso controllato del dentifricio: per i bambini sotto i 6 anni, è consigliabile utilizzare una quantità minima di dentifricio al fluoro (pari a un chicco di riso) e supervisionare il lavaggio dei denti per evitare l’ingestione accidentale.​
  • Controllo delle fonti di fluoro: è importante verificare il contenuto di fluoro nelle acque minerali e in altri prodotti consumati dai bambini, per evitare un’assunzione eccessiva.​
  • Consultazione con professionisti sanitari: in caso di dubbi sull’uso del fluoro, è consigliabile consultare il pediatra o il dentista, che possono fornire indicazioni personalizzate basate sulle specifiche esigenze di ogni bambino.​

In conclusione, il fluoro rimane un elemento chiave nella prevenzione della carie dentale. Tuttavia, è essenziale utilizzarlo in modo appropriato, considerando sia i benefici che i potenziali rischi, soprattutto nei bambini piccoli e nelle donne in gravidanza. La salute orale e lo sviluppo cognitivo sono strettamente interconnessi, e un uso informato e bilanciato del fluoro può contribuire al benessere generale dei bambini

Kyla W. Taylor et al. Fluoride Exposure and Children’s IQ Scores. A Systematic Review and Meta-Analysis. JAMA Pediatr. January 6, 2025.  doi:10.1001/jamapediatrics.2024.5542. https://jamanetwork.com/journals/jamapediatrics/fullarticle/2828425

Final Recommendation Statement. Prevention of Dental Caries in Children Younger Than 5 Years: Screening and Interventions. December 07, 2021. https://www.uspreventiveservicestaskforce.org/uspstf/recommendation/prevention-of-dental-caries-in-children-younger-than-age-5-years-screening-and-interventions1?utm_source=chatgpt.com

Carie dentale. Prevenzione dalla nascita a 5 anni. https://www.aspicodv.com/schede/carie-dentale-prevenzione-dalla-nascita-a-5-anni/

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