Affrontare la sfida della Depressione Perinatale: Nuove Raccomandazioni e Trattamenti Innovativi


Una pubblicazione dell’American College of Obstetricians and Gynecologists di giugno 2023 raccomanda di effettuare lo screening per la depressione almeno due volte durante la gravidanza (visita prenatale iniziale e successiva), da ripetere durante le visite postpartum.

La Depressione Perinatale è una condizione di salute mentale che subdolamente si manifesta durante la gravidanza e il primo anno successivo al parto. Dati USA rilevano che ne è colpita una donna su 7, e che 2/3 di coloro che ne soffrono presentano come comorbidità una o più condizioni psichiatriche, tra cui disturbi d’ansia (83%) (incluso disturbo d’ansia generalizzato, 52%), disturbo di panico (14%), fobia sociale (12%) e disturbo ossessivo compulsivo (11%).  La Depressione Perinatale non trattata è associata a conseguenze negative, a breve e lungo termine, per chi ne è colpito e per la rispettiva prole, partner, famiglie e società; ad oggi rimane sottostimata e sottotrattata in quanto più del 75% delle donne risultate positive allo screening non ricevono alcun trattamento.

Come si ricerca la Depressione Perinatale?

Esistono numerosi strumenti di screening della depressione. I due più studiati e utilizzati sono:

Possono essere autosomministrati, sono di facile valutazione, includono domande sull’autolesionismo e sono convalidati in numerose lingue. Un punteggio complessivo pari o superiore a 10 è comunemente considerato positivo. Una diagnosi di depressione richiede che in un periodo di due settimane, confrontato con quello precedente, siano presenti almeno 5 sintomi, di cui uno deve corrispondere ad umore depresso o perdita di interesse o piacere (anedonia).

Qual è il compito del medico?

Come parte di una valutazione diagnostica, il medico dovrebbe interrogarsi su tipo di sintomi, frequenza, gravità e durata, e su come i sintomi influiscano nel quotidiano. Deve inoltre informarsi sulla storia psichiatrica personale e familiare, su antecedenti trattamenti psichiatrici, incluse partecipazione a studi farmacologici, ospedalizzazione, idea o tentativi suicidari precedenti o recenti. Prima di porre diagnosi di Depressione Perinatale, potrebbero essere necessari approfondimenti anamnestici e/o accertamenti di laboratorio, al fine di escludere eziologie correlabili a condizioni cliniche (ad esempio: anemia, disfunzione tiroidea), uso di sostanze (ad esempio: alcol, oppioidi) o farmaci che possono imitare, causare o esacerbare sintomi depressivi. Indagini di laboratorio comprendono la misurazione dell’emoglobina o dell’ematocrito, del folato, della vitamina B 12, del ferro e della tireotropina. Infine, per stabilire se la depressione dipende dall’uso di sostanze può essere utilizzato NIDA Quick Screen.

Stabilita la diagnosi di depressione, EPDS e PHQ-9 possono essere impiegati anche per il monitoraggio dei sintomi e per informare e guidare il trattamento.

Per il medico, tuttavia, le sfide non si fermano allo screening: due terzi delle donne con depressione perinatale presentano una o più condizioni psichiatriche in comorbilità, ed è pertanto necessario che prima di iniziare il trattamento, in particolare la farmacoterapia, debba essere esclusa la diagnosi di disturbo bipolare. Si è infatti osservato che 1 donna su 5, con diagnosi di Depressione Perinatale, soffre di disturbo bipolare, patologia che deve essere trattata con stabilizzatori dell’umore, in quanto la monoterapia antidepressiva potrebbe scatenare mania, stati misti, cicli rapidi o psicosi, con conseguente aumentato rischio di suicidio e infanticidio. Strumenti validati per identificare il disturbo bipolare sono

Qual è il trattamento?

La psicoterapia è il trattamento di prima linea per la depressione lieve, mentre la farmacoterapia è indicata per soggetti con sintomi moderati e gravi, o in precedenza trattati per depressione, o per coloro che potrebbero non avere accesso alla psicoterapia.

I pazienti, e alcuni medici, potrebbero essere riluttanti a continuare o ad iniziare la terapia farmacologica in gravidanza o durante l’allattamento, temendo effetti sul feto o sul neonato. Tuttavia, il sottotrattamento o l’assenza di trattamento può avere conseguenze gravi per la madre, oltre che rischi per lo sviluppo neurologico del bambino.

La scelta per la farmacoterapia deve essere condivisa, valutando rischi/benefici: se il trattamento è indicato, i benefici sono superiori ai rischi sia per la mamma che per il bambino.

Farmaci per il trattamento della Depressione Perinatale sono gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e gli inibitori della ricaptazione della serotonina/norepinefrina (SNRI).  Sono altamente efficaci; la riduzione dei sintomi depressivi richiede in genere 4-6 settimane. Tra gli effetti avversi più comuni vi sono nausea, secchezza delle fauci, insonnia, diarrea, cefalea, vertigini, agitazione, disfunzione sessuale, sonnolenza. Lo schema posologico prevede di iniziare con una dose bassa e di incrementarla gradualmente, sino a raggiungere il range terapeutico nell’arco di 4-10 giorni. Gli SSRI sono considerati farmaci di prima linea durante tutti i trimestri e l’allattamento.

Farmaci più recenti, Brexanolone e Zuranolone, migliorano più rapidamente i sintomi depressivi. Il primo, pur essendo molto efficace, ha un elevato costo e la sua somministrazione deve avvenire esclusivamente in ambito ospedaliero. Zuranolone si somministra per via orale per 14 giorni, e rappresenta un’opzione più conveniente e accessibile rispetto alle alternative esistenti.

Infine va ricordata l’importanza dell’accesso alle cure. La presa in carico della donna dovrebbe avvenire presso Centri di Psichiatria Perinatale e Riproduttiva, specializzati nella cura di disturbi legati al ciclo riproduttivo: depressione peripartum, psicosi postpartum, ma anche instabilità emotiva che può colpire la donna immediatamente dopo il parto e nei giorni ad esso successivi (baby blues). Presso tali Centri particolare attenzione è dedicata alle donne che intendono intraprendere una gravidanza o che sono già protagoniste di un percorso di nascita, con il fine di prevenire e curare il disagio materno e le possibili conseguenze sul bambino.

In conclusione, la Depressione Perinatale richiede una risposta ampia e collaborativa. Dalle nuove raccomandazioni agli innovativi trattamenti, è essenziale un approccio equo e tempestivo per affrontare una sfida così importante e migliorare la salute mentale perinatale di individui, famiglie e società nel suo complesso.

Riferimenti

R Tiffany A. Moore Simas, et al.  Postpartum Depression—New Screening Recommendations and Treatments. JAMA, November 27, 2023. doi:10.1001/jama.2023.21311. https://jamanetwork.com/journals/jama/fullarticle/2812438

Screening and Diagnosis of Mental Health Conditions During Pregnancy and Postpartum: ACOG Clinical Practice Guideline No. 4.  Obstet Gynecol . 2023;141(6):1232-1261. doi: 10.1097/AOG.0000000000005200. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37486660/ 

Treatment and Management of Mental Health Conditions During Pregnancy and Postpartum: ACOG Clinical Practice Guideline No. 5. Obstet Gynecol . 2023;141(6):1262-1288. doi: 10.1097/AOG.0000000000005202. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37486661/

Network Italiano sulla Salute Mentale Perinatale: i dati del primo anno di attività (2021-2022). https://www.epicentro.iss.it/mentale/network-italiano-salute-mentale-istisan-23-16