2025/01/02 Cosa sappiamo di XEC. La variante COVID che domina quest’inverno


Le vacanze invernali stanno passando, e ancora una volta una nuova variante COVID-19 ha rovinato qualche Festa… XEC, la variante dominante tra i virus COVID circolanti, è nata dalla combinazione di altre due varianti: fortunatamente tutte e tre discendono dalla Omicron e sono strettamente correlate alle varianti bersaglio dei vaccini COVID più recenti, la JN.1 e la KP.2. Rilevata per la prima volta in Germania nel mese di agosto 2024, la sua frequenza è andata crescendo tanto che le proiezioni degli Enti di controllo l’hanno indicata precocemente come probabile dominante invernale. Fortunatamente, proprio per la sua somiglianza alle varianti già in circolazione e la sensibilità ai vaccini disponibili, non sembra causare una malattia più grave. Negli anni recenti, COVID è aumentato dopo le vacanze invernali, favorito dai numerosi ritrovi familiari e amicali del periodo. Quest’anno bisognerà vedere se i livelli supereranno quelli dell’estate, già parecchio alti.

La modalità più comune in cui si generano le varianti è la cosiddetta deriva antigenica che si verifica nel tempo con cambiamenti graduali del virus, noti come mutazioni. Nascono così nuovi virus che appaiono diversi al sistema immunitario: quindi, può talora capitare che gli sfuggano e causino la malattia. Diversamente, XEC è nata per lo più dalla ricombinazione delle altre due varianti: questo è un altro dei meccanismi attraverso ai quali COVID muta. Si pensa che un singolo individuo, generalmente immunodepresso, possa essere infettato con più di una variante: i virus variati si scambiano materiale genetico, dando origine a nuove varianti. XEC è veramente simile alle due genitrici, pochi aminoacidi di differenza. Per questa, come per le altre varianti, gli antigeni “spike”, la parte del virus che gli permette di penetrare nella cellula e che per questo gioca un ruolo fondamentale nel causare l’infezione, rimangono molto simili e pertanto mantengono la sensibilità ai vaccini che sono stati prodotti proprio contro la proteina spike. Questa variante è dunque sensibile ai vaccini attualmente in uso.

All’inizio del mese di dicembre CDC ha raccomandato la somministrazione di una seconda dose di vaccino 2024-2025, dopo 6 mesi dalla pima dose, per le persone di 65 anni e oltre e per gli individui immunocompromessi. Questo perché, anche se la XEC e le altre varianti in circolazione non hanno assunto particolari caratteri di aggressività, pur mantenendo un’alta trasmissibilità, la dose addizionale è utile per massimizzare la protezione anti-COVID e quindi ridurre il numero delle visite mediche urgenti e il carico sui dipartimenti di emergenza legati a COVID.

Rubin R., What to know about XEC, the new SARS-Cov-2 variant expected to dominate winter’s Covid-19 wave.  JAMA. November 2024 doi:10.1001/jama.2024.24481

Anderer S., CDC recommends second Covid-19 vaccine dose for older adults. 2024, December 6.  doi:10.1001/jama.2024.24258

Immagine da: https://www.frepik.com