Una versione altamente contagiosa della variante Omicron, nota ufficialmente come XBB.1.5 o con il soprannome di sottovariante Kraken, si sta rapidamente diffondendo negli Stati Uniti.
La giovane sottovariante è stata rilevata per la prima volta in autunno nello stato di New York; attualmente sarebbe responsabile del 28% dei casi segnalati negli Stati Uniti.
XBB.1.5 potrebbe essere emersa nella primavera o nell’estate dello scorso anno, forse in India; sembrerebbe essere il prodotto di due diverse forme di Omicron in cui i rispettivi geni, durante il ciclo riproduttivo, si sono mescolati dando origine ad un ibrido. Nel corso di successive replicazioni si sono verificate più mutazioni: XBB ha dato origine a XBB.1, quindi XBB.1 è mutato nuovamente in XBB.1.5. Sembra che XBB.1.5 abbia acquisito una mutazione che lo aiuta ad aggrapparsi saldamente alle cellule, rendendolo più trasmissibile e maggiormente in grado di eludere la risposta immunitaria. Tuttavia, nonostante la vertiginosa diffusione, il nuovo virus non sembrerebbe provocare quei picchi epidemici osservati l’inverno scorso al comparire di Omicron.
Dato l’elevato numero di mutazioni, la domanda è se farmaci e vaccini attualmente in uso possano essere ancora efficaci. La risposta degli esperti è che disponiamo di strumenti in grado di combattere l’infezione e di ridurre al minimo le forme gravi: i vaccini proteggono ancora dalla forma grave e gli antivirali sono in grado di curare l’infezione.
Caratteristiche dell’infezione.
Avvenuta l’esposizione a XBB.1.5, il periodo di incubazione dura circa 5 giorni.L’evoluzione della malattia è molto simile a quella provocata da altre varianti, compresa omicron: la contagiosità inizia uno-due giorni prima della comparsa dei sintomi e persiste per ulteriori 2-3 giorni. In alcuni soggetti il virus può essere rilevabile sino ad una settimana dopo l’insorgenza dei sintomi.
Ad oggi non si possono dare risposte certe circa le probabilità che una persona, in precedenza infettata da omicron, possa essere reinfettata da XBB.1.5. In base a ciò che è noto, sembrerebbe possibile che chi ha già superato l’infezione possa essere suscettibile alla reinfezione da XBB.1.5, per almeno due motivi: l’attuale virus tende ad eludere più facilmente la risposta immune, e questa stessa tende fisiologicamente a diminuire, sia dopo infezione che dopo vaccinazione.
Per quanto riguarda la protezione dall’infezione, recenti ricerche suggeriscono che il vaccino bivalente è ancora efficace nel proteggere dalla malattia grave, ma non dall’infezione. XBB.1.5 deriva dalla variante omicron BA.2: sebbene l’attuale vaccino bivalente sia stato sviluppato per la variante BA.5, è stato dimostrato che genera anticorpi in grado di riconoscere BA.2.
Alla luce di tali fatti, persone che hanno ricevuto un booster bivalente dovrebbero sottoporsi ad un nuovo richiamo bivalente. Non vi sono indicazioni precise su se o quando sia raccomandato; negli USA è stato somministrato solo al 15% della popolazione, e si raccomanda che sia esteso a tutti, soprattutto a chi è ad alto rischio. Chi non l’ha ricevuto, oppure soggetti vaccinati o sottoposti a booster da più di 6 mesi, devono considerarsi suscettibile all’infezione e alla malattia grave. Ad oggi non vi è stato un aggiornamento del piano vaccinale basato sulle nuove evidenze; ciò che si sa è che l’attuale vaccino fa ciò che deve fare, vale a dire impedire che le persone vengano ricoverate in ospedale, o che muoiano.
L’efficacia dei farmaci ani COVID pare confermata. Paxlovid funziona molto bene contro la variante, specie nelle popolazioni ad alto rischio. Alcune persone si sono dimostrate diffidenti circa il suo impiego, essendo state segnalate ricadute in soggetti sottoposti a trattamento. Va tuttavia segnalato che alcuni farmaci possono non essere compatibili con Paxlovid; prima di prescriverlo è necessario che gli operatori sanitari controllino quali potrebbero essere le possibili interazioni. Nonostante ciò, per la stragrande maggioranza delle persone Paxlovid rimane un efficace farmaco per il trattamento di COVID-19.
Una domanda ancora aperta riguarda la diffusione della variante. Nelle vacanze appena trascorse vi è stato un incremento di viaggi associato a chiusura di molti laboratori, per cui i dati sulla diffusione del virus potrebbero non essere completi. E’ probabile un loro recupero con conseguente aggiornamento del trend epidemiologico: ciò potrà dare un’idea migliore su ciò che sta accadendo con XBB.1.5.
Riferimenti
Rosen A. What You Need to Know About XBB.1.5, the Latest Omicron Variant. January 06, 2023 https://publichealth.jhu.edu/2023/what-you-need-to-know-about-xbb15-the-latest-omicron-variant