COVID-19 e telemedicina. Prove per un futuro prossimo?


Negli anni recenti è entrata progressivamente in campo la telemedicina nonostante il numero limitato degli utilizzatori. Principali barriere al suo impiego sono la difficoltà nell’uso di tecnologie da parte sia di pazienti che di operatori sanitari, e la preferenza del contatto diretto con chi fornisce le cure.

Nonostante le inevitabili barriere, Sistemi Sanitari che hanno investito nella telemedicina ne hanno potuto dimostrare il ruolo “critico” in occasione della pandemia da SARS CoV-2.  

Mann DM e coll. riferiscono dell’esperienza del Sistema Sanitario Universitario NYU Langone Health (NYULH) della città di New York: comprende circa 8000 operatori sanitari, suddivisi in 4 ospedali e oltre 500 sedi ambulatoriali, tutte collegate con un unico sistema elettronico di documentazione sanitaria. NYULH ha implementato le funzionalità di telemedicina a partire dal 2018; il suo più grande investimento è stato in “cure urgenti virtuali”, un’esperienza di visita-video completamente integrata nella cartella elettronica aziendale e nel portale pazienti. In una giornata tipica sono gestite circa 100 visite urgenti da parte di un pool di 40 operatori sanitari che presta servizio in Sede o al proprio domicilio.

Nel periodo da metà marzo a metà aprile, in piena esplosione COVID-19, il Sistema ha avuto un’improvvisa esplosione: le visite definite “urgenti” hanno avuto un incremento giornaliero del 135% (da 370 a 870), mentre quelle “non urgenti” del 4345% (da 98 a 4210). Di tutte le visite virtuali, quelle correlate a COVD-19 sono state il 56% tra quelle “urgenti”, e il 18% tra quelle “non urgenti”. L’uso della telemedicina è risultato prevalente nella fascia di età 20-44 anni e per richieste di cura “urgenti”; infine, il giudizio degli utilizzatori è risultato molto favorevole.

L’esperienza di NYULH dimostra come, nell’epicentro dell’epidemia, strumenti sanitari virtuali ben integrati   abbiano potuto gestire in modo affidabile migliaia di pazienti in un breve periodo di tempo e in condizioni di carenza di personale.  

I risultati riflettono ciò che in un prossimo futuro potrà diventare la nuova modalità di gestire le cure, specie in condizioni di emergenza. Ciò che fino a poco tempo fa suonava futuristico, sta diventando realtà: attraverso una piattaforma per la telemedicina, pazienti e operatori sanitari entreranno nelle nuova normalità di comunicare l’un l’altro tramite audio e video. Si tratta di una nuova sfida. Ci piace? Riusciremo a cambiare? Agli operatori sanitari sarà richiesto di acquisire nuove abilità per gestire il rapporto virtuale, costruire empatia, “facilitare” l’esame obiettivo e la diagnosi, fornire un counseling appropriato. Tutto ciò dovrà far parte del curriculum formativo, un primo passo per poter garantire la qualità di ciò che, probabilmente, dovremo preparaci a fare.

Pubblicato il 27 Marzo 2020

Riferimenti

Mann DM et al. COVID-19 transforms health care through telemedicine: evidence from the field.

Journal of the American Medical Informatics Association, ocaa072, https://doi.org/10.1093/jamia/ocaa072