Premessa
Parliamo di sorveglianza nazionale mediante prevalenza puntuale delle infezioni correlate all’assistenza (ICA) e uso di antibiotici negli ospedali per acuti (PPS-3 – 2022).
A fine dicembre 2023 è stato pubblicato il Report della Regione Piemonte sui risultati in Piemonte della sorveglianza in oggetto, a cura del Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche, Università degli Studi di Torino. Questo è il terzo studio di sorveglianza condotto a livello europeo, mediante una prevalenza puntuale delle ICA. I precedenti si sono svolti negli anni 2011-2012 e 2016-2017 (rispettivamente PPS-1 e PPS-2).
La sorveglianza è stata condotta nel periodo di novembre-dicembre 2022; a livello nazionale hanno partecipato 325 ospedali di 19 Regioni/Province autonome, di cui 42 ospedali Piemontesi. In Piemonte sono stati raccolti dati su 7274 pazienti, con una media di 173 ± 137 pazienti per struttura.
Obiettivi
Gli obiettivi della sorveglianza mediante prevalenza puntuale delle ICA e dell’uso di antibiotici negli ospedali per acuti sono:
- Stimare la prevalenza delle ICA e dell’uso di antibiotici negli ospedali per acuti, confrontandoli con il pregresso PPS-2
- Raccogliere i dati relativi:
- ai pazienti (età, sesso, data di ricovero, McCabe score)
- alle procedure invasive
- alle infezioni (sede, microrganismi coinvolti e i relativi markers di resistenza antibiotica)
- agli antibiotici prescritti (molecole e indicazioni d’uso) suddivisi per tipo di paziente, reparto e struttura di ricovero.
La raccolta dei dati è stata effettuata da un team di rilevatori costituito da personale addetto al controllo delle infezioni, che collaborava con personale medico e infermieristico dei reparti coinvolti. Il tempo totale per completare la rilevazione nel singolo ospedale non doveva superare le 2-3 settimane, mentre la raccolta dati in ciascun reparto doveva essere conclusa nell’arco della stessa giornata. Il centro di coordinamento nazionale ha ricevuto i dati nell’arco temporale compreso tra dicembre 2022 e marzo 2023. Lo Studio suddivide i risultati tra pazienti non COVID-19 e COVID-19 positivi (601 totali).
Risultati principali
Caratteristiche Popolazione Sono stati inclusi nello studio 6464 pazienti di età superiore ai 2 anni, la cui età media risultava essere di 65,8 anni (mediana: 72); tra le fasce d’età, la più numerosa (4042) risultava essere quella degli over 65, che ha rappresentato il 58,9% di tutta la popolazione inclusa nello studio. La durata della degenza, ovvero il tempo trascorso dall’ammissione fino al giorno dello studio di prevalenza, è stata in media 11,5 ± 20 giorni (mediana 6).
Dispositivi Invasivi Utilizzati
- catetere vescicale (CV) è stato il più utilizzato con 2136 pazienti portatori (31,1%), soprattutto nei reparti che afferivano alle specialità mediche (45,4%) e chirurgiche (30,5%)
- catetere venoso centrale (CVC) era presente nel 17,3% dei pazienti, specialmente nei reparti afferenti alle specialità mediche (45,2%)
- pazienti intubati: sono stati il 3,6% del totale, di cui il 59,3% ricoverato in Terapia Intensiva.
Antibiotici
Pazienti non COVID-19. Nel giorno dello studio, 2725 pazienti (39,7%) erano in trattamento con almeno un antibiotico somministrato secondo le modalità parenterale, orale, rettale e inalatoria, per un totale di 3503 antibiotici registrati. Il rapporto tra antibiotici prescritti e pazienti in trattamento è risultato pari a 1,29. Nel 68,3% dei casi si trattasse di una terapia, nel 25,0% di una profilassi e nel 6,7% dei casi le indicazioni erano altro/non conosciuta/incompleta. Nei singoli reparti partecipanti, la prevalenza di pazienti in trattamento antibiotico variava dal 4,1% in Psichiatria al 53,2% in Terapia Intensiva.
Antibiotici prescritti. Su 3503 molecole prescritte, le maggiormente utilizzate sono state Piperacillina + inibitori enzimatici (17,6%), Ceftriaxone (14,2%), Amoxicillina + inibitori enzimatici (8,4%), Cefazolina (7,4%) e Meropenem (6,1%). L’indicazione più frequente è stata la polmonite nel 33,3% dei casi, seguita dalle infezioni sintomatiche delle basse vie urinarie (9,2%) e dalla sepsi di origine intraddominale (7,5%).
Infezioni Correlate All’assistenza
Nel giorno dello studio la prevalenza delle infezioni correlate all’assistenza si attestava al 8,1%, coinvolgendo 553 pazienti non COVID-19. La media delle prevalenze di ICA fra gli ospedali era del 7,0% (IC95%: 5,8% – 8,3%), con un trend in aumento in base alla dimensione degli ospedali partecipanti: nei piccoli si attestava mediamente al 6,0%, salendo al 7,7% in quelli medi fino ad arrivare ad una prevalenza del 8,7% negli ospedali di grandi dimensioni (>500 pl). I reparti con la prevalenza maggiore sono risultati le lungodegenze (33%)
Sito anatomico. In base alla sede anatomica, le quattro ICA più frequenti sono state le polmoniti (21,6%), le infezioni del tratto urinario (21,1%), le infezioni del sangue (12,8%) e le infezioni del sito chirurgico (12,0%).
Correlazione ICA con device in situ, (anche a intermittenza) nelle 48 ore precedenti l’instaurarsi dell’infezione (7 giorni per le Infezioni Urinarie), ovvero intubazione per la polmonite, catetere venoso (centrale/periferico) per le infezioni del sangue (BSI), catetere urinario per le infezioni del tratto urinario: nel caso delle polmoniti (escludendo quelle causate dal COVID-19), nel 55,5% dei casi non vi era alcun dispositivo in situ a fronte di un 39,1% di pazienti che invece era sottoposto a ventilazione artificiale; le infezioni del tratto urinario (IVU) presentavano un catetere vescicale associato nel 66,1% dei casi mentre le BSI presentavano nel 63,2% dei casi un catetere venoso associato.
Microrganismi Nel campione di pazienti non affetti da COVID-19, sono state identificate 593 ICA e tra di esse in 353 (59,5% del totale) sono stati isolati 435 microrganismi (1,23 microrganismi per infezione). In oltre il 30% dei casi di ICA non è stata eseguita alcuna indagine microbiologica.
Considerazioni sui risultati dello studio
La terza edizione della sorveglianza mediante prevalenza puntuale ha consentito di proseguire l’attività di sorveglianza delle ICA e dell’uso degli antibiotici intrapresa nel 2011-2012 su raccomandazione di ECDC (European Centre Disease Control) e di richiamare nuovamente l’attenzione sia del personale sanitario sia delle Nazioni partecipanti al fine di monitorare l’andamento della situazione epidemiologica e definire interventi volti a limitare l’impatto delle ICA.
Dal confronto dei dati del PPS-3 con i risultati della sorveglianza della precedente edizione svoltasi nel 2016-2017 (PPS-2), è emerso che i pazienti ricoverati negli ospedali per acuti piemontesi sono caratterizzati da un’età media più elevata (65.8 anni vs. 62.8 anni del PPS-2) e da un incremento della gravità clinica delle condizioni morbose di base. Inoltre, l’utilizzo dei dispositivi invasivi indagati risulta aumentato con il 31.1 % di pazienti portatori di catetere vescicale, il 17.3% di catetere venoso centrale e il 3.6% intubati, che nel PPS2 si attestavano rispettivamente a 28.9%, 14.3% e 2.6%. Tali caratteristiche generali indicano come i pazienti ricoverati nelle strutture per acuti piemontesi sono sempre più anziani, pluripatologici e fragili e presentano dunque un aumentato rischio per lo sviluppo di ICA, la cui prevalenza risulta in aumento rispetto al precedente PPS-2 (8,1% vs 7,3%).
Per quanto concerne invece l’utilizzo degli antibiotici, il PPS-3 ha evidenziato una prevalenza in riduzione rispetto alla precedente edizione con una percentuale di pazienti in trattamento nel giorno dello studio che si attesta al 39.7% a fronte del 42.9% raggiunto nel 2016. Andando poi nel dettaglio, vi è stato un cambiamento nella distribuzione delle indicazioni per il trattamento: nel PPS-3 sono stati registrati un aumento di antibiotici prescritti per terapia (68.3% vs 64.6%) e una riduzione delle indicazioni per profilassi (25% vs 31.6%). Un ultimo aspetto da affrontare riguarda l’utilizzo della diagnostica microbiologica: mentre nel PPS2 il dato mancate si attestava al 14,4% dei casi, in questa edizione in oltre il 30% delle ICA non è stato indicato alcun esame microbiologico.
In conclusione, lo studio di prevalenza conferma la diffusione e la gravità del problema delle infezioni correlate all’assistenza (in passato definite come Infezioni Ospedaliere), che in Piemonte sono in aumento (da 7 a 8 pazienti circa ogni 100 ricoverati) e spesso sono correlabili a fattori non modificabili, come l’età avanzata e la presenza di pluripatologie, o modificabili solo attraverso oculati interventi che prevengano l’uso scorretto ed eccessivo di dispositivi invasivi e di terapie antibiotiche.
Riferimenti
Università di Torino. Regione Piemonte. CCM. Sorveglianza nazionale mediante prevalenza puntuale delle infezioni correlate all’assistenza e uso di antibiotici negli ospedali per acuti (PPS-3) – 2022. https://www.epicentro.iss.it/sorveglianza-ica/sorveglianza-ospedali-per-acuti
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