2025/03/15 Insicurezza alimentare: lo screening è utile? La USPSTF lascia la porta aperta


L’insicurezza alimentare non è solo una questione economica, ma un problema di salute pubblica: numerosi studi mostrano come questa condizione sia associata a conseguenze gravi sulla salute fisica e mentale. Nei bambini, la carenza di cibo adeguato è correlata all’aumento del rischio di obesità, asma, problemi di salute mentale e scarsa salute orale. Negli adulti, invece, è legata a patologie croniche come diabete, ipertensione e malattie cardiovascolari.

Questa realtà preoccupante ha spinto la US Preventive Services Task Force (USPSTF) a valutare se lo screening per l’insicurezza alimentare nei contesti di assistenza primaria possa essere un metodo efficace per migliorare la salute dei pazienti e prevenire l’insorgere di patologie collegate. Il verdetto? Non ci sono prove scientifiche sufficienti per raccomandare o sconsigliare in modo netto lo screening nella pratica clinica.

La USPSTF ha condotto una revisione approfondita della letteratura scientifica per valutare l’impatto dello screening per l’insicurezza alimentare sulla salute. Il problema principale emerso è che non ci sono abbastanza dati affidabili per stabilire se lo screening porti benefici tangibili ai pazienti.

Lo screening consiste nel porre domande standardizzate ai pazienti, per individuare coloro che potrebbero trovarsi in difficoltà nell’accesso al cibo. Se l’insicurezza alimentare viene rilevata, il paziente può essere indirizzato a servizi di supporto, come programmi di assistenza alimentare o interventi nutrizionali specifici. Tuttavia, la revisione della USPSTF ha evidenziato che non ci sono prove solide che dimostrino che questo processo migliori la salute dei pazienti nel lungo termine.

L’assenza di dati certi non significa che lo screening sia inutile, ma che al momento non esistono studi di alta qualità che dimostrino un chiaro beneficio. Per questo motivo, la USPSTF ha assegnato a questa raccomandazione un “grado I”, ovvero una posizione neutrale che indica che le evidenze attuali non permettono di trarre una conclusione definitiva.

Alcuni programmi di supporto per le persone che soffrono di insicurezza alimentare sono stati sperimentati negli Stati Uniti, e alcuni studi suggeriscono che possano avere effetti positivi, seppur temporanei. Ad esempio, iniziative come:

  • Consegna di pasti personalizzati per persone con patologie croniche (come il diabete),
  • Distribuzione di cibo attraverso dispense alimentari collegate ai centri sanitari,
  • Prescrizioni alimentari, ovvero programmi che forniscono voucher per acquistare cibo sano,

hanno mostrato qualche beneficio nella riduzione della fame e nel miglioramento della qualità della vita di chi li riceve. Tuttavia, i risultati sono limitati: gli studi analizzati dalla USPSTF non dimostrano con certezza che questi interventi abbiano un impatto significativo sulla gestione delle malattie croniche o sulla prevenzione di nuovi problemi di salute.

Uno degli aspetti critici è che l’insicurezza alimentare non è un problema isolato, ma si accompagna spesso ad altre difficoltà sociali, come mancanza di un reddito stabile, precarietà abitativa o difficoltà di accesso ai Servizi Sanitari. Di conseguenza, anche se un intervento fornisce alimenti a breve termine, non sempre riesce a risolvere le cause profonde della difficoltà di accesso al cibo.

Valutare l’efficacia dello screening per l’insicurezza alimentare è complesso per diverse ragioni:

  • L’insicurezza alimentare è un problema multifattoriale: dipende non solo dall’accesso al cibo, ma anche da fattori sociali ed economici. Questo rende difficile misurare l’effetto diretto dello screening sulla salute.
  • Gli interventi sanitari non sempre affrontano le cause strutturali: i medici possono identificare il problema, ma spesso la soluzione richiede politiche di welfare più ampie, che vanno oltre il settore sanitario.
  • La qualità degli studi disponibili è ancora insufficiente: la maggior parte delle ricerche analizzate dalla USPSTF non ha incluso gruppi di controllo adeguati, o non ha seguito i pazienti per un tempo abbastanza lungo per valutare gli effetti sulla salute.
  • Esistono potenziali barriere alla segnalazione: alcune persone potrebbero non voler rivelare di essere in difficoltà, per paura di stigma o ripercussioni sociali.

Per questi motivi, la USPSTF non può affermare con certezza che lo screening per l’insicurezza alimentare in ambito sanitario sia un metodo efficace per migliorare la salute dei pazienti.

Sebbene la USPSTF non abbia dato una raccomandazione netta a favore o contro lo screening, invita gli operatori sanitari a usare il proprio giudizio clinico. In particolare, è importante:

  • Essere consapevoli del problema e delle sue implicazioni sanitarie.
  • Prestare attenzione ai gruppi a rischio, come famiglie con bambini piccoli, anziani e persone con malattie croniche.
  • Indirizzare i pazienti ai Servizi di supporto disponibili, quando necessario.
  • Partecipare alla raccolta di dati per contribuire a migliorare le conoscenze sull’argomento.

La USPSTF sottolinea inoltre che, in assenza di raccomandazioni definitive, le decisioni cliniche dovrebbero essere personalizzate e adattate al contesto specifico del paziente.

Sebbene il problema dell’insicurezza alimentare negli Stati Uniti sia più evidente, anche in Italia esistono fasce della popolazione che faticano ad avere un accesso adeguato al cibo sano, in particolare tra le famiglie a basso reddito, i migranti e gli anziani soli.

Organizzazioni e altre realtà del terzo settore giocano un ruolo fondamentale nel garantire non solo accesso a risorse alimentari, ma anche sensibilizzazione e promozione di buone pratiche alimentari. L’educazione alla salute e la prevenzione rimangono strumenti essenziali per contrastare le disuguaglianze sanitarie e migliorare il benessere delle persone più vulnerabili.

In attesa di nuove evidenze scientifiche, è fondamentale continuare a lavorare su più livelli, integrando l’azione sanitaria con politiche sociali più ampie.

USPSTF. Food Insecurity Screening. March 2025 https://www.uspreventiveservicestaskforce.org/uspstf/recommendation/food-insecurity-screening

US Preventive Services Task Force Recommendation Statement. Screening for Food Insecurity. JAMA. March 11, 2025.  doi:10.1001/jama.2025.0879  https://jamanetwork.com/journals/jama/fullarticle/2831307

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