In base alle recenti notizie OMS e alle indicazioni date per fronteggiare la nuova variante, appare chiaro che i Paesi dovranno trovare il modo di convivere con SARS-CoV-2, riducendo al minimo i suoi danni.
Una notizia confortante è che nell’adulto i picchi della variante Omicron sono associati a malattia meno grave; è pertanto probabile che non si realizzino gli scenari peggiori del recente passato.
La nostra vita è stata nuovamente sconvolta. molti Paesi segnalano la mancanza di personale sanitario negli Ospedali, in molte scuole si è dovuta riprendere la didattica a distanza ed è stata fortemente limitata la mobilità globale. Inoltre, anche se percentualmente si è ridotto il numero di persone che ha necessità di ricovero, gli elevati tassi di infezione stanno a significare che molti dovranno affrontare malattie potenzialmente pericolose e con rischio di disabilità nel lungo termine. Tale evenienza è particolarmente vera per i non vaccinati, gruppo che comprende gran parte della popolazione mondiale, in particolare i bambini.
Avevamo sperato nell’estinguersi della pandemia, ma la realtà ci sta insegnando che sarà difficile tornare alla vita “normale” che conoscevamo: SARS-Cov-2, infatti, è qui per restare.
SARS-CoV-2 è qui per restare. Cosa significa?
- I Paesi dovranno decidere come convivere con Covid-19: si dovrà capire come bilanciare decessi, invalidità, interruzioni varie con i costi finanziari e sociali delle misure adottate per controllare la diffusione del virus, come per esempio chiusura di attività e obbligatorietà di mascherine. Tale equilibrio varierà con il tempo e da luogo a luogo, man mano che potremo disporre di nuove terapie, vaccini e/o che emergano nuove varianti.
- Omicron ha evidenziato che le sfide da affrontare persistono; si sperava che vaccini e precedenti infezioni conferissero livelli relativamente elevati di protezione e che, grazie all’immunità acquista che avrebbe impedito l’evoluzione severa della malattia, future ondate epidemiche sarebbero state meno dirompenti.
- Era atteso che mutazioni del genoma virale avrebbero lentamente reso meno specifica la risposta immunitaria, e quindi anche la capacità di bloccare la trasmissione del virus. Omicron ha inferto un colpo più grave del previsto: ora è chiaro che le reinfezioni da SARS-CoV-2 non sono rare, che alcuni vaccini possono vacillare di fronte alla variante, e che per fornire adeguati livelli di protezione si è resa necessaria la dose di richiamo.
Qual è stato e sarà il ruolo dei vaccini?
- Le notizie non sono tutte tristi. I vaccini sembrano ancora fornire una protezione sostanziale contro la malattia severa e la morte. Dati provenienti da studi su animali suggeriscono che Omicron potrebbe generare una patologia diversa da quella provocata dalle precedenti varianti: la malattia sembrerebbe caratterizzata dal prevalente interessamento delle vie aeree superiori rispetto a quelle inferiori. Dati provenienti da diversi Paesi indicherebbero anche che la nuova variante è associata ad una malattia meno grave; non è però noto se ciò sia da correlare a differente tropismo e/o patogenicità del virus, oppure ad un’immunità preesistente
- Con tassi di infezione in aumento in tutto il mondo, e con il fatto che molti Paesi non possono accedere ad adeguate forniture di vaccino, è probabile che varianti virali “preoccupanti” continuino ad emergere. Come Omicron ha dimostrato, sarà sempre più difficile prevederne il percorso; infatti la complessità sia dell’evoluzione virale che dell’immunità preesistente possono complicare i modelli sino ad ora utilizzati per anticipare il decorso dell’epidemia. Gli epidemiologi devono tener conto dell’effetto dei vaccini, di infezioni precedenti, del declino dell’immunità nel tempo, delle dosi booster, dell’emergere di nuove varianti e, tra breve, anche dell’impatto che avranno i nuovi antivirali.
- La speranza che vaccini e infezione pregressa contribuiscano a generare l’immunità di gregge è quasi scomparsa; è opinione diffusa che SARS-CoV-2 diventi endemico, anziché estinguersi e che i vaccini possano proteggere dalla malattia grave, ma non eradicare il virus.
Cosa fare nel prossimo futuro?
- Per difenderci da Omicron e da altre future varianti, è urgente che i vaccini raggiungano una distribuzione globale. Si cerca di rafforzare la produzione in Paesi, come il Sud Africa, storicamente mai coinvolti. Nell’interesse di tutti si deve promuovere l’accesso globale: è infatti probabile che varianti devastanti e nuovi focolai emergano proprio in Paesi con bassi tassi di vaccinazione e che la diffusione del contagio sia esacerbata dove la sorveglianza, attraverso test e genomica, sia bassa.
- Fortunatamente, nel 2022, dovrebbero aumentare le armi per contrastare la pandemia: saranno ampiamente disponibili vaccini a base proteica che, rispetto ai vaccini mRNA, dovrebbero avere un costo inferiore e requisiti di conservazione meno rigorosi. A dicembre, OMS ha approvato per l’uso in emergenza il tanto atteso vaccino proteico, prodotto da Novavax. Sono in fase di studio vaccini specifici per determinate varianti virali, ma anche somministrabili per vie non “tradizionali” (via inalatoria, via orale).
- Un’altra arma sarà fornita dai farmaci antivirali: sono formulati in compresse e, se somministrati in fase iniziale di malattia, riducono il rischio di morte o di malattia severa. Alcuni Paesi hanno già autorizzato l’uso di molnupiravir e di paxlovid, prodotti rispettivamente da Merk e da Pfizer. Sarà pertanto ampliata a livello mondiale la capacità di gestire focolai di SARS-CoV-2 e ciò è motivo di speranza e di ottimismo. Tuttavia è necessaria una forte dose di realismo: il virus continuerà a circolare e a mutare, e i governi dovranno sempre più fare affidamento su quanto dice la scienza. Dobbiamo essere pronti ad adattarci a continui cambiamenti, perché non sempre potremo prevedere il percorso del virus.
Riferimenti
WHO. Enhancing response to Omicron SARS-CoV-2 variant. 7 January 2022. Technical document. https://www.who.int/publications/m/item/enhancing-readiness-for-omicron-(b.1.1.529)-technical-brief-and-priority-actions-for-member-states
Editorial. COVID is here to stay: countries must decide how to adapt. Nature.2022 Jan; 601(7892):165.https://www.nature.com/articles/d41586-022-00057-y