Il Medico di Medicina Generale di fronte ai Cambiamenti Climatici


Il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato, caratterizzato da un numero insolitamente elevato di eventi meteorologici estremi. Ondate di calore, siccità, inondazioni, incendi e tempeste sono chiari segnali di un clima in cambiamento. Ma oltre ai danni fisici ed economici, i cambiamenti climatici possono avere anche gravi ripercussioni sulla salute mentale. In particolare, sono stati descritti:

  • ansia, depressione, Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD), ideazione suicidaria e uso di sostanze. Il 25%-50% delle persone esposte a un evento meteorologico estremo acuto può sperimentare esiti negativi sulla salute mentale, con effetti che possono persistere per mesi o anni. Ad esempio, dopo l’uragano Katrina nel 2005 il tasso di disagio psicologico tra le madri a basso reddito di New Orleans è aumentato dal 24% al 35%, e rimaneva al 29% dodici anni dopo l’evento.
  • modifiche nella struttura cerebrale. Riduzione del volume della materia grigia e dell’ippocampo è stata osservata in bambini con PTSD provocato da eventi estremi. La possibilità che questi eventi incidano sulla salute mentale dipende dall’entità dell’esposizione, dal grado del danno e dall’accesso a risorse come cibo, alloggio e supporto sociale.
  • aumento dei ricoveri psichiatrici e dei decessi per suicidio: una revisione sistematica ha mostrato che l’aumento di 1°C della temperatura media giornaliera si associa ad aumento dell’1,7% delle morti per suicidio. Durante le ondate di caldo, i ricoveri psichiatrici possono aumentare fino al 9,7%. Alte temperature possono compromettere l’umore e il funzionamento cognitivo, e avere come conseguenza anche un aumento di comportamenti violenti.

Modifiche del clima incidono negativamente anche sul benessere economico, in quanto influenzano negativamente condizioni di povertà e di insicurezza alimentare. Le persone potrebbero dover migrare se non hanno di che mantenersi nel proprio Paese, interrompendo reti comunitarie e di supporto sociale. Anche chi non è direttamente colpito può vivere le modifiche del clima come una minaccia esistenziale, incrementando i soggetti con “ansia climatica” e di conseguenza anche il numero di ansiosi o depressi.   

Gli effetti negativi non sono distribuiti equamente. Fattori di vulnerabilità includono posizione geografica, sesso femminile, status socioeconomico di basso livello, età e condizioni di salute mentale preesistenti. Particolarmente a rischio sono popolazioni indigene di particolari aree geografiche che, per tradizione, dipendono da pratiche culturali che potrebbero essere interrotte da eventi estremi.

I medici di Medicina Generale sono spesso in prima linea nell’identificare e gestire problemi di salute correlati ad eventi climatici. Spetta al medico identificare sia i sintomi di malattia che i fattori di rischio: tra i primi, sintomi legati allo stress, come ansia, depressione, disturbo da stress post-traumatico, e problemi fisici come disidratazione o colpi di calore. Fattori che potrebbero incrementare la vulnerabilità del paziente sono condizioni mediche preesistenti, risorse economiche limitate, necessità di supporto sociale.

Il paziente va anche informato su come proteggersi e, se del caso, aiutato a sviluppare piani di emergenza, come evacuazioni improvvise o preparazione di kit di emergenza.

Non dovranno mancare raccomandazioni mirate a migliorare la resilienza fisica e mentale, come il mantenere una dieta equilibrata, un’attività fisica regolare e un adeguato riposo. Stili di vita sani possono essere facilitati coinvolgendo il paziente in reti comunitarie che offrano sostegno emotivo e pratico.

Infine, il medico dovrebbe offrire un ascolto empatico per meglio comprendere le preoccupazioni del paziente; un supporto psicologico di base, come la Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC), può aiutare a gestire lo stress e l’ansia correlati. E’ importante puntualizzare che casi particolarmente problematici devono essere indirizzati a specialisti di salute mentale (psichiatri, psicologi), per un supporto più approfondito.

TCC è una forma di psicoterapia strutturata e a breve termine: mira a modificare modelli di pensiero e comportamenti negativi che si manifestano dopo eventi emotivi di forte impatto. Numerosi studi hanno dimostrato che può essere efficace quanto i farmaci nel trattamento di una vasta gamma di problemi psicologici. Tra questi: depressione, ansia, Disturbo Ossessivo-Compulsivo, Disturbo Post-Traumatico da Stress, fobie, disturbi alimentari, dipendenze.

TCC si basa sulla teoria che i pensieri influenzano le emozioni le quali, a loro volta, influenzano i comportamenti. Cambiando pensieri disfunzionali, si possono modificare anche emozioni e comportamenti.  TCC consiste in sessioni di breve durata, focalizzate e caratterizzate da obiettivi chiari, stabiliti insieme da medico e paziente. Ogni sessione deve essere strutturata e seguire un piano terapeutico specifico. E’ fondamentale la collaborazione attiva: il paziente deve essere incoraggiato a partecipare e a svolgere specifici compiti tra una sessione e l’altra.

  • Identificazione di pensieri disfunzionali che contribuiscono al disagio emotivo. Spesso si tratta di pensieri irrazionali o distorti.
  • Esame delle prove. Il paziente è incoraggiato a esaminare le prove a favore e contro i pensieri disfunzionali. Questo processo aiuta a mettere in discussione e ristrutturare i pensieri negativi.
  • Sostituzione dei pensieri negativi. Una volta identificati e messi in discussione, il paziente impara a sostituirli con pensieri più realistici e positivi.
  • Modifica dei comportamenti.  TCC prevede l’identificazione e la modifica dei comportamenti che contribuiscono al disagio. Questo può includere apprendimento di nuove abilità di coping, esposizione graduale a situazioni temute e modifica di abitudini disfunzionali.
  • Compiti a casa. Sono una componente essenziale della TCC, in quanto aiutano il paziente ad applicare le tecniche apprese nella vita quotidiana e a monitorare i progressi.

In conclusione il cambiamento climatico è una realtà che sta già influenzando negativamente la salute mentale di molte persone. È fondamentale che i medici e le comunità siano preparati ad affrontare questi effetti, fornendo supporto psicologico adeguato e promuovendo la resilienza attraverso interventi mirati e formazione specialistica

Susan Clayton, Lily Brown. Climate Change and Mental Health. JAMA. May 28, 2024. doi:10.1001/jama.2024.1839 https://jamanetwork.com/journals/jama/article-abstract/2818210

Eva A. M. van Dis, et al. Long-term Outcomes of Cognitive Behavioral Therapy for Anxiety-Related Disorders. A Systematic Review and Meta-analysis. JAMA Psychiatry. 2020;77(3):265-273. doi:10.1001/jamapsychiatry.2019.3986 https://jamanetwork.com/journals/jamapsychiatry/fullarticle/2756136

Immagine. https://www.freepik.com