Nei tre anni appena trascorsi, COVID ha messo completamente in ombra le altre malattie respiratorie stagionali come, influenza a parte, la malattia da Virus Respiratorio Sinciziale (RSV): nonostante si tratti di un’infezione comune, considerata quasi esclusivamente dei bambini. L’aumento notevole dei casi in adulti già precocemente in quest’autunno, ha bruscamente attirato l’attenzione e l’allarme degli osservatori sanitari. Alle porte dell’inverno, i medici devono essere consapevoli dell’aumentata circolazione di diversi virus respiratori contemporaneamente, come influenza e RSV, oltre ai comuni rinovirus ed enterovirus; mentre, naturalmente, COVID-19 non è scomparso.
RSV, Virus Respiratorio Sinciziale
La malattia da RSV è comunemente considerata come tipica dei bambini piccoli, per i quali è una delle cause più comuni di problemi respiratori; tanto che i pediatri sono in allerta ad ogni stagione, tra novembre e aprile. Pur non trattandosi di una malattia esclusiva dei bambini, è trascurata nei pazienti adulti, sebbene anche in questi sia una causa comune di polmonite e malattie respiratorie potenzialmente gravi. Gli individui > 65 anni di età, con malattie croniche cardiache e polmonari e/o immuno-compromessi, sono ad alto rischio di malattia da RSV grave. L’infezione può anche scatenare un subitaneo peggioramento di alcune situazioni mediche comuni nell’età adulta, compresa l’asma, lo scompenso cardiaco e la BCPO. La presentazione clinica nell’adulto è difficile da distinguere da quella di influenza e COVID, per cui non è possibile, basandosi esclusivamente sui sintomi, stabilire quale virus sia la causa. Tuttavia, va assolutamente tenuta in conto per la diagnosi differenziale. La conferma della diagnosi, specialmente nei pazienti gravi, può influenzare la prognosi: evitare l’uso non necessario di antibiotici e indicare l’opportunità di isolamento, se il soggetto è ricoverato in ospedale.
Per la diagnosi nei bambini piccoli sono a disposizione test antigenici rapidi, che forniscono i risultati entro 30 minuti; tuttavia non sono abbastanza sensibili per rilevare RSV nei bambini più grandi e negli adulti, perché la carica virale nelle vie respiratorie di questi pazienti può essere inferiore rispetto a quella dei bimbi piccoli. La Reazione a Catena della Polimerasi (PCR) è il test di riferimento, altamente sensibile, che può dare il risultato nel giro di un’ora. La ricerca di RSV è generalmente incorporata in test “multiplex” che, in una sola seduta, analizzano l’eventuale presenza di numerosi virus respiratori.
Il trattamento di RSV si basa sul controllo dei sintomi mediante farmaci antiinfiammatori e antifebbrili, come paracetamolo e ibuprofene; è necessario introdurre molti liquidi per prevenire la disidratazione, soprattutto nei più anziani. Attualmente non ci sono in commercio medicine specifiche per questo virus, ma sono in corso molteplici ricerche cliniche. Quanto ai vaccini, a giugno 2023 la Commissione Europea ha dato via libera al vaccino anti-RSV Arexvy, della GlaxoSmithKline, destinato agli anziani, soprattutto fragili, considerato l’aumento notevole dei casi l’inverno scorso. Alla fine di luglio, L’Agenzia Europea del Farmaco (EMA), ha raccomandato l’autorizzazione all’immissione in commercio del vaccino Abrysvo di Pfizer per soggetti >60 anni. Entrambi i vaccini contengono frammenti proteici del virus, sono monodose e inducono un’immunità duratura, sebbene non sia ancora chiaro se sarà consigliata una somministrazione annuale. La differenza tra i due è che l’Arexvy contiene un adiuvante, cioè una sostanza aspecifica che aumenta la risposta immune, mentre Abrysvo ne è privo.
Sono allo studio diversi altri vaccini, basati su tecniche che tengono conto anche dell’esperienza maturata col COVID, diretti a fasce specifiche della popolazione. Naturalmente sono numerose le ricerche che valutano anche anticorpi monoclonali per curare, e vaccini specifici per prevenire, la malattia nei bambini piccoli. Una strategia di vaccinazione è anche in corso di studio per le donne in gravidanza, per prevenire l’infezione nel neonato. La decisione di somministrare ad un paziente il vaccino anti-RSV spetta al medico curante, che conosce il livello di rischio rispetto alle malattie respiratorie prevenibili. Comunque, anche se non si possono attualmente ipotizzare i tempi, ci sono presupposti promettenti per la prevenzione di RSV.
Come prepararsi ad affrontare la circolazione contemporanea di tre virus importanti?
Molte delle azioni messe in atto per proteggere noi stessi e gli altri da COVID-19, possono anche prevenire la trasmissione degli altri virus respiratori, compresi RSV e influenza. Contro quest’ultima è fortemente consigliato a tutti il vaccino stagionale. Anche nell’eventualità di contrarre l’influenza dopo la vaccinazione, il vaccino abbassa il rischio di complicazioni gravi. La prevenzione di COVID consiste nel rimanere aggiornati coi vaccini e, se si manifestano sintomi, sottoporsi ai test e ricevere i trattamenti appropriati disponibili in caso di positività. Per RSV esistono finalmente vaccini, ma soprattutto il virus deve essere cercato nel soggetto sintomatico. In ambienti sovraffollati e in aree in cui sia segnalato un alto livello di trasmissione di infezioni respiratorie, è consigliabile indossare la mascherina.
Possono i vaccini essere somministrati contemporaneamente?
La risposta è sì. Ricevere una vaccinazione multipla fornirebbe a molti anziani l’opportunità di mantenersi al passo con la prevenzione con un minor numero di appuntamenti col medico. Tuttavia, non si può escludere che i comuni effetti collaterali delle vaccinazioni possano essere più accentuati nella vaccinazione multipla.
In realtà, non è ancora completamente chiaro se la somministrazione contemporanea dei tre vaccini sia realmente vantaggiosa, senza causare effetti collaterali maggiori: la ricerca è in corso anche in questa direzione. Il se e il quando somministrare i vaccini contro i tre virus deve risultare dal colloquio del paziente con il suo medico, che conosce lo stato di salute e i fattori di rischio rispetto alle malattie respiratorie prevenibili, e quanto è giustificato temere effetti collaterali significativi.
In ogni caso, data la contemporanea circolazione di virus diversi, i pazienti con sintomi gravi, quali tachipnea (respiro accelerato e superficiale) e ipossia (bassi livelli di ossigeno nel sangue), devono essere ricoverati al più presto in ospedale o addirittura in terapia intensiva, in attesa del risultato dei test.
Riferimenti
COVID-19, Flu, and RSV: How the “Tripledemic” Impacts Your Practice – Medscape – September 21, 2023. https://www.medscape.com/viewarticle/996553
AREXVY, Recombinant respiratory syncytial virus pre-fusion F protein, adjuvanted with AS01E – EMA, European Medicines Agency – June 16, 2023. https://www.ema.europa.eu/en/medicines/human/EPAR/arexvy
ABRYSVO, Respiratory syncytial virus vaccine (bivalent, recombinant) – EMA, European Medicines Agency – https://www.ema.europa.eu/en/medicines/human/EPAR/abrysvo