Origine di SARS-CoV-2. Il rapporto OMS


L’attesissimo rapporto OMS sull’origine di SARS-CoV-2 è stato pubblicato il 30 marzo.  Un’ equipe multidisciplinare formata da 34 esperti internazionali e cinesi ha esaminato centinaia di migliaia di dati epidemiologici, clinici e genomici, alcuni risalenti al 2015, allo scopo di scoprire l’origine del virus. Le quattro ipotesi da chiarire erano

  • Passaggio diretto del virus dall’animale all’uomo
  • Trasmissione dall’animale all’uomo tramite un ospite intermedio
  • Importazione con il cibo attraverso la catena del freddo
  • Rilascio accidentale in laboratorio.

Il rapporto preliminare conclude che SARS-CoV-2 è passato da una stirpe di pipistrelli ad un ospite intermedio, non identificato, con cui l’uomo ha frequente contatto, e nel quale il virus progenitore avrebbe circolato per decenni senza essere rilevato.

Il rapporto (o meglio, modalità di lavoro e organizzazione che l’hanno generato) è stato molto criticato e giudicato poco approfondito, non trasparente e troppo tardivo: secondo il Direttore Generale dell’OMS, “tutte le ipotesi restano ancora sul tavolo”.

Quali critiche sono fatte al rapporto OMS?

Si ritiene che la stretta supervisione del governo cinese, dall’organizzazione dei visti al monitoraggio continuo della posizione fisica del team internazionale, abbia impedito di arrivare a conclusioni significative.  In effetti, ci si chiede quanto si possa ottenere da 17 persone che trascorrono 2 settimane in quarantena e 2 settimane in riunioni prefissate, sempre in presenza di accompagnatori.

14 Stati membri dell’OMS hanno già chiesto un’indagine indipendente e trasparente con pieno accesso a dati grezzi, non resi disponibili nella recente supervisione. Critiche arrivano anche per il tentativo di legittimazione da parte dei cinesi dell’ipotesi della catena del freddo; in tal modo è lasciata aperta la possibilità che il virus abbia potuto aver origine altrove. In ogni caso, anche per le continue tensioni tra sfere di influenza politica, è improbabile che un’indagine condotta da un consorzio USA-UE possa essere così indipendente come potrebbe sembrare.

Riviste scientifiche (in primis, the Lancet) hanno rimarcato la rapidità con cui scienziati cinesi hanno prodotto i primi articoli su COVID-19 allo scopo di allertare il mondo intero dell’imminente minaccia. OMS è stata criticata per non aver ritenuto la Cina responsabile ma, come altri hanno sottolineato, i suoi Stati membri non le hanno praticamente dato alcun mandato per farlo.

Quali ulteriori indagini sarebbero necessarie per far luce sull’origine di SARS-CoV-2?

OMS ha bisogno di molto tempo per trovare prove concrete sufficienti su di un evento iniziato 16 mesi fa.  Gli esperti comunque raccomandano che ulteriori indagini comprendano:

  • Dati particolareggiati su mortalità e carico di malattie respiratorie anche al di fuori della provincia di Hubei; attraverso analisi di serie temporali si potrebbe chiarire se vi è stata circolazione di SARS-CoV-2 prima che l’epidemia fosse segnalata a Wuhan
  • Ricerca di contatti con revisione di report clinici che segnalino collegamenti con eventi pubblici che avrebbero potuto avere un ruolo nel favorire la diffusione del virus
  • Report dettagliati su precedenti acquisti settimanali di antipiretici e farmaci per il raffreddore. Stranamente il team OMS non ha preso in considerazione il consumo di rimedi tradizionali cinesi, generalmente utilizzati come trattamento di prima linea di sintomi simili al raffreddore
  • Dati grezzi e completi dei primi 174 casi di COVID-19, insieme ai dati di primi casi sospetti di cui non si è tenuto conto. Campioni di questi pazienti dovrebbero essere sottoposti a test standardizzati, oggi ampiamente disponibili
  • Indagini sierologiche su campioni conservati in banche del sangue di Paesi in cui si è ipotizzata la circolazione del virus già a metà 2019
  • Analisi di genomi di animali domestici e selvatici presenti in Cina e in Paesi dell’Asia orientale, dove vivono pipistrelli a ferro di cavallo, pangolini e altre specie sensibili a SARS-CoV-2, al fine di identificare l’ospite intermedio, se presente.

Qualunque sia la verità, sarebbe importante che in indagini future le parti coinvolte evitassero critiche reciproche e cooperassero per avere un approccio One Health che faccia finalmente ordine nel caos.

Riferimenti

Editorial. “In an ocean of ashes, islands of order”: WHO’s SARS-CoV-2 origin report. The Lancet Infectious Diseases. April 09. https://www.thelancet.com/journals/laninf/article/PIIS1473-3099(21)00213-9/fulltext