E’ comunemente noto che aderire a buoni stili di vita possa prevenire patologie cardiovascolari e metaboliche, ma non siamo altrettanto consapevoli del fatto che le stesse buone abitudini siano importanti nella prevenzione primaria della nefropatia cronica.
La malattia renale cronica interessa il 10% della popolazione mondiale e si colloca tra le prime 10 cause di disabilità, con un carico economico importante sull’individuo e sulla società.
Molte malattie possono danneggiare il rene in modo irreversibile; la lesione renale acuta diventa malattia renale cronica, se la funzionalità renale non viene recuperata dopo il trattamento. Le malattie renali attaccano le unità anatomiche e funzionali del rene, i nefroni, costituiti dai due componenti (glomerulo e tubulo), responsabili della filtrazione e del riassorbimento di sostanze presenti nel sangue.
L’insufficienza renale, caratterizzata da grave e progressiva riduzione della capacità dei reni a filtrare le scorie metaboliche, consegue ad una patologia renale acuta/cronica su base infettiva, infiammatoria, autoimmune, tossica/da farmaci, metabolica/ereditaria, malformativa, oppure essere conseguenza di tumore, evento vascolare, calcolosi.
Nei Paesi occidentali, e ormai non solo, le cause prevalenti di insufficienza renale sono il diabete e l’ipertensione, ma anche l’aterosclerosi in quanto danneggia direttamente i vasi renali di piccolo calibro.
In corso di insufficienza renale la terapia dietetica può rallentarne l’evoluzione (prevenzione secondaria), ma una sana alimentazione, insieme ad uno stile di vita corretto, può contrastare alla base la comparsa di condizioni responsabili del danno renale (prevenzione primaria).
Nonostante il progressivo incremento di patologia renale cronica, ad oggi non esistono raccomandazioni basate sull’evidenza su fattori che possano contribuire ad una sua prevenzione primaria.
Kelly JT e collaboratori hanno condotto una metanalisi per valutare se vi fosse una forte associazione tra fattori modificabili relativi allo stile di vita e incidenza di patologia renale cronica. Gli Autori hanno identificato 104 studi osservazionali in cui i partecipanti, esenti da tale patologia e con parametri di funzionalità renale indicanti basso rischio di deviazione dai valori medi, riferivano stili di vita riguardanti dieta,attività fisica, consumo di alcool e abitudine al fumo.
Risultato primario dello studio era identificare la comparsa di patologia renale cronica, espressa come funzione secondo gli stadi di Filtrazione Glomerulare (GFR<60ml/m’/1.73m2); tra i risultati secondari, valutare il ricorso a terapia renale sostitutiva (RRT), il declino della funzione renale (GFR) e la comparsa di albumina nelle urine.
Lo studio ha evidenziato che
- Un apporto più elevato di potassio e vegetali si associa in modo significativo ad una probabilità ridotta di sviluppare nefropatia
- Un maggior apporto di sale o l’abitudine pregressa o attiva al fumo si associano significativamente ad una probabilità aumentata di malattia
- Soggetti sedentari risultano più a rischio di quelli fisicamente attivi
- Soggetti astemi sono a maggior rischio di coloro che dichiarano un consumo moderato di alcool.
Nonostante la consistente associazione tra inadeguati stili di vita e danno renale, la forza dell’evidenza è risultata di grado basso o molto basso. Gli Autori ritengono necessari ulteriori approfondimenti, attraverso studi clinici appropriati; l’attuale metanalisi rappresenta comunque una buona fonte di evidenze su scelte relative allo stile di vita che potrebbero aiutare nella prevenzione primaria di tale patologia.
Riferimenti
Kelly JT et al.: Modifiable Lifestyle Factors for Primary Prevention of CKD: A Systematic Review and Meta-Analysis. J Am Soc Nephrol. 2021 Jan; 32(1):239-253. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32868398/