In una recente intervista Anthony Fauci, autorità mondiale in Malattie Infettive e da più di 35 anni Direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, alla domanda sullo sviluppo di vaccini anti COVID-19 ha risposto affermando di essere sorpreso di come, grazie a tecnologie e piattaforme, la ricerca stia andando velocissima. Ad oggi, questi sono stati i passaggi:
- 10 gennaio: i cinesi rendono nota la sequenza del virus su di un database pubblico
- 11 gennaio: lo staff di Fauci decide di impegnarsi nella ricerca di vaccini anti SARS-CoV- 2
- 13 gennaio: sono realizzati la sequenza del virus e il gene per la sua riproduzione
- 15 gennaio: si comincia a sviluppare il vaccino (sperimentazione pre-clinica)
- A metà marzo si da inizio alla fase di sperimentazione clinica: valutazione su sicurezza ( fase 1) e immunogenicità (fase 2) viaggiano quasi in contemporanea
- Entro fine luglio partirà la fase clinica 3: il vaccino sarà somministrato a migliaia di persone al fine di confermarne l’efficacia.
Tali risultati sono sorprendenti se si pensa che tradizionalmente la fase precedente la sperimentazione clinica richiedeva da 3 a 9 anni: per SARS-CoV- 2 fase clinica e inizio della produzione di vaccino si realizzeranno entro fine 2020.
Come mai i risultati sono arrivati tanto in fretta?
In un editoriale del NEJM, Heaton PM spiega che tale velocità è stata possibile per il combinarsi di diversi fattori: la conoscenza del ruolo della proteina virale che permette al virus di penetrare nella cellula e contro la quale il vaccino deve stimolare la produzione di anticorpi per neutralizzarne l’effetto; evoluzione di piattaforme tecnologiche per la creazione di vaccini rappresentati da acido nucleico (RNA o DNA); rapida produzione di migliaia di dosi di vaccino, una volta conosciuta la sequenza genetica; possibilità di condurre le fasi di sviluppo in parallelo, piuttosto che in sequenza, senza aumentare i rischi per i volontari che partecipano alla ricerca.
Si hanno già dati sulla fasi cliniche 1 e 2?
Si stanno vaccinando soggetti di differente fascia di età con dosi progressivamente maggiori di vaccino. I dati di sicurezza e immunogenicità sono promettenti; al momento è ancora in fase di studio il regime posologico necessario a scatenare una risposta immunitaria protettiva, oltre che priva di effetti collaterali. Una considerazione sul dosaggio riguarda l’anziano; in questa fascia di età la funzioni immunitarie si riducono con conseguente maggior rischio di COVID-19 grave. Per una efficace protezione saranno necessarie alte dosi? Questa domanda necessita ancora di risposta.
Per quanto riguarda l’efficacia del vaccino, è in fase di definizione il titolo di anticorpi in grado di neutralizzare il virus. Al proposito dovrà essere anche documentata la validità dei test per la misurazione degli anticorpi; tali test infatti sono notoriamente variabili, in quanto la lettura si basa su di una reazione biologica in vitro (anticorpi sierici che neutralizzano l’antigene virale).
Quali sono le sfide della fase 3? Il mondo sta assistendo alla realizzazione in 6 mesi di quanto veniva fatto in almeno 6 anni. Con la sperimentazione di fase 3 del vaccino mRNA SARS-CoV-2 sarà necessario arruolare migliaia di soggetti per confermarne la sicurezza e dimostrare un’efficacia statisticamente solida nella prevenzione di Covid-19. La complessità operativa di un ampio studio è aggravata dalle ondulazioni della pandemia; l’efficacia può essere determinata solo se la location dei vaccinati che partecipano alla ricerca combacia con i punti caldi dell’epidemia. In sintesi, i risultati sono promettenti ma mancano ancora passaggi importanti per arrivare al traguardo!
Riferimenti
Fauci A. ‘We’re All In It Together and We’re Gonna Get Through It’. https://www.medscape.com/viewarticle/933619
Heaton PM. The Covid-19 Vaccine-Development Multiverse. https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMe2025111