Il neopresidente Trump, con una mossa rapidissima, appena otto ore circa dopo il suo giuramento, ha ordinato lunedì 20/1 il ritiro degli US dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO),. In un ordine esecutivo ha pubblicato un elenco delle ragioni del ritiro, compresa la cattiva gestione della pandemia da Covid-19 e la mancanza di riforme urgentemente necessarie in sanità. Ha affermato che l’Agenzia richiede somme ingiustificatamente onerose e che la Cina contribuirebbe di meno.
La mossa non ha colto di sorpresa. Trump si è già scagliato contro la WHO a partire dal 2020, quando ha attaccato l’Agenzia sull’approccio alla pandemia e ha minacciato di bloccarle i finanziamenti. Nel luglio 2020 ha intrapreso passi formali per il ritiro. Ma, perse le elezioni del 2020, la minaccia non si è concretizzata. Infatti, il presidente eletto Joseph R. Biden, anche qui nel primo giorno del suo incarico, impedì che il provvedimento minacciato diventasse effettivo.
Gli esperti di salute pubblica affermano che il ritiro degli US dalla WHO indebolirebbe la posizione della nazione come leader mondiale della salute globale, e renderebbe difficile combattere la prossima pandemia. Abbandonare la WHO significherebbe, tra le altre cose, che i Centri per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (CDC s) non avrebbero più accesso ai dati globali che l’Agenzia pubblica. Un esempio di ciò è che quando la Cina ha determinato la sequenza genetica del nuovo coronavirus nel 2020, ha rilasciato l’informazione alla WHO, che l’ha poi condivisa con le altre nazioni.
Più recentemente, la WHO è diventata bersaglio dei conservatori per il suo lavoro su una “minaccia pandemica”, avente l’obiettivo di rafforzare la preparazione ad una eventuale pandemia e a promuovere politiche legalmente vincolanti per i Paesi membri: in particolare, sorveglianza dei patogeni, condivisione rapida dei dati sui focolai, costruzione di sistemi produttivi in loco e di catene di rifornimento di vaccini e farmaci, ed altro.
Le discussioni su questa minaccia sono esplose l’anno scorso. Alcuni legislatori repubblicani vedevano l’accordo internazionale come una minaccia alla sovranità degli US. Lawrence O. Gostin, esperto legale pubblico della Georgetown University, che aveva contribuito a negoziare il trattato, disse che un ritiro dalla WHO sarebbe stato “una dolorosa ferita” per la salute pubblica, ma anche “una ferita ancora più profonda agli interessi americani e alla sicurezza nazionale”.
Fondata nel 1948 con l’aiuto degli US, la WHO è un’agenzia delle Nazioni Unite, con sede a Ginevra. La sua missione, come si può leggere nel suo sito web, è di “confrontarsi con le più grosse sfide del nostro tempo e far avanzare in modo misurabile il benessere della popolazione mondiale”. Ciò comprende il portare aiuto alle zone sconvolte dalla guerra, come Gaza, e tracciare le epidemie emergenti come Zika, Ebola e Covid-19. Il budget biennale a disposizione della WHO ammonta a circa 6,8 miliardi di dollari, al quali gli US contribuiscono con la quota maggiore.
Secondo Gostin, il ritiro effettivo degli US richiederà qualche tempo. Una risoluzione congiunta sul finanziamento dell’Agenzia, adottata dal Congresso e finalizzata ad un potenziale ritiro, richiede che gli US ne diano notifica con un anno di anticipo e soddisfino i loro obblighi finanziari nei confronti dell’organizzazione per il corrente anno fiscale.
Riferimenti
Sheryl Gay Stolberg, The New York Times, January 20 2025. https://www.nytimes.com/2025/01/20/us/politics/trump-world-health-organization.html?searchResultPosition=1
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