Perché il Progetto?
I fenomeni migratori non accennano a diminuire. Migranti, richiedenti asilo e immigrati irregolari sono ad alto rischio povertà ed esclusione sociale, e a volte non ricevono le cure che meglio rispondono ai loro bisogni.
Promuovere un approccio antropologico alla cura consente di approfondire il background culturale e personale dell’utenza, fondamentale per rimuovere forme di esclusione, respingimento o incomprensione.
Presso l’Ambulatorio Migrazione e Salute dell’Ospedale Amedeo di Savoia (MISA) di Torino sono stati seguiti migranti con patologia infettiva di vario tipo. L’elaborazione di un protocollo ambulatoriale di attenzione medico-antropologica è stata oggetto di progettualità in continuità metodologica fra loro: “HIV/TBC: altre esperienze di malattia” (2015), “Etnografia Clinica” (2016) e “Antropologia in Clinica” (2018). Tali iniziative hanno condotto nel tempo all’elaborazione di uno specifico strumento pratico (“Cartella Etnografica”) e all’organizzazione all’interno dell’Ospedale di uno “Sportello antropologico” per la gestione del paziente straniero
Quale risultato si vuole raggiungere?
Le attività sino ad ora svolte hanno chiaramente delineato come promuovere e sviluppare un approccio clinico antropologico risponda al bisogno di adeguamento dei modelli di assistenza sanitaria all’utenza immigrata. Da parte degli operatori sanitari risulta inoltre fortemente sentita la necessità di acquisire competenze per affrontare le difficoltà che emergono nella pratica quotidiana.
Pertanto, in risposta alle esigenze rilevate si ritiene necessario:
- Ottimizzare e consolidare le conoscenze acquisite e le esperienze precedentemente sviluppate nei progetti ambulatoriali citati
- Sviluppare e istituzionalizzare conoscenze di tipo medico-antropologico che consentano di venire incontro al background culturale e personale dell’utenza nell’attività di cura. Ciò diviene fondamentale per rimuovere forme di esclusione, respingimento o incomprensione che spesso si producono nei servizi ospedalieri.
- Migliorare la relazione tra medici, operatori sanitari e pazienti stranieri, attraverso lo sviluppo di metodologie e strumenti che agevolino il potenziamento di competenze trasversali.
Quali azioni sono previste?
Centrale continua ad essere la figura dell’antropologo, responsabile delle seguenti azioni:
1. Sessioni di formazione e di informazione al personale sanitario relativamente a: Metodo etnografico, Applicazione della “McGill Illness narrative interview”, redazione di cartella etnografica
2. Consulenze ospedaliere (“Sportello antropologico”) nell’ambito dell’antropologia medica. Le consulenze comprendono: Conduzione di interviste; Redazione di Cartella Etnografica; Supervisione antropologica su metodo e contenuti (tutoraggio)
3. Analisi periodica delle attività (interviste, cartelle etnografiche, risultati della supervisione) con produzione di relativo report.
I risultati, positivi e/o negativi, saranno resi noti?
I risultati dell’analisi periodica saranno diffusi agli operatori sanitari, anche mediante specifico Corso accreditato ECM, oltre che il sito web di ASPIC.
Documenti
Progetto sostenuto da
ASPIC ODV
Fondazione CRT
Durata del progetto
2021 – 2022
Sede
Ambulatorio Migrazione e Salute (MISA), presso l’Ospedale Amedeo di Savoia, Torino
Referente Progetto
Dott. Fabio Pettirino
Referente scientifico
Dott.ssa Margherita Busso
Maggiori informazioni
E-mail: aspicodv@gmail.com
Cell: +39 334 3898714
Riferimenti
McGill Illness Narrative Interview (MINI)
Articolo “La cartella etnografica in ambito medico. Un percorso sperimentale di antropologia applicata alla cura di pazienti stranieri nell’ambulatorio MISA dell’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino” pubblicato nel 2020 e caricato sul portale OJS della rivista L’Uomo. Di seguito il link e file del documento scaricabile.
https://www.jmes.uniroma1.it/index.php/uomo/article/view/16515/1593https://www.jmes.uniroma1.it/index.php/uomo/article/view/16515/15939
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